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CULTURA Francia

La crisi della Cinémathèque Française

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Il Palais Chaillot è in tumulto. La Cinémathèque Française, fondata nel 1936 da Henri Langlois, è in piena crisi: oltre al preoccupante deficit finanziario e all´abbandono (volontario e non) di molti dirigenti, sotto accusa della stampa francese sono le politiche di gestione del suo organismo di tutela, il Centro Nazionale di Cinematografia (CNC) , e dello stesso presidente della Cinémathèque, Jean-Charles Tacchella. Inoltre il progetto di creare a Bercy un polo francese per la conservazione del patrimonio cinematografico, comprendente la Biblioteca del Film (BIFI) e il Centro per l´Archivio del Film (SAF), è al momento bloccato.
Per affrontare la situazione il nuovo ministro della Cultura Jean-Jacques Aillagon ha chiesto a Martine Offroy, direttrice della cineteca Gaumont, di mettersi alla guida di un piano di risanamento drastico, anche se la nomina ha sollevato ulteriori polemiche per un possibile conflitto di interessi. Intanto dall´assemblea generale della Cinémathèque che si è tenuta il 25 giugno non è ancora filtrata nessuna indiscrezione sul futuro dell´organismo. La preoccupazione del mondo della cultura è forte soprattutto per il futuro delle prestigiose collezioni e per l´insostituibile funzione didattica della Cinémathèque.

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