email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

CANNES 2005 Concorso Ufficiale

Wenders bussa alla porta dell'America

di 

"Don't come knocking" è scritto su un cartello nella roulotte dell'attore Howard Spence (Sam Shepard) sul set di un film western nel bel mezzo della Monumental Valley. Ma sarà proprio lui, star del cinema tramontata, che pianterà tutto e tutti e fuggirà (a cavallo, naturalmente) per andare a bussare alla porta del suo passato.
Scopriamo subito che Howard ha condotto fino a quel momento una vita che un puritano definirebbe totalmente dissoluta: alcol, droga, donne, orge, casinò, risse, scandali vari. Rifugiatosi da una madre più distratta che protettiva, Howard scopre di avere un figlio, nato da una relazione di molti prima. Proprio come accade nel film di Jarmush (Breaking Flowers), anche lui in concorso a Cannes. Per ridare, o forse dare per la prima volta un senso alla sua esistenza, Howard Spence parte alla ricerca della donna che lui ha abbandonato (Jessica Lange, moglie di Shepard nella vita reale da 23 anni) e del figlio ventenne.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)
Hot docs EFP inside

Wenders è tornato a Cannes, dove era sbarcato per la prima volta nel 1976 con Nel corso del tempo e dove è tornato altre 9 volte anche come presidente della Giuria. Ci torna, vent'anni dopo la Palma d'oro per Paris, Texas, con un film ponderato per lungo tempo e la cui scrittura, assieme a Sam Shepard, ha richiesto tre anni. Le connessioni con Paris, Texas sono tante e chi vedrà questo Don't come knocking [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
ritroverà soprattutto l'immenso fascino del deserto (anche quello umano).
La fotografia e la regia del film sono sensazionali e riconfermano il talento del grande regista tedesco. Panoramiche di grandi dimensioni, paesaggi rurali e urbani dai colori intensi, edifici d'epoca nei loro colori bruni e caldi tipici delle cittadine americane che evocano i dipinti di Edward Hopper, artista a cui Wenders deve molto.
In questi luoghi che fanno parte del nostro immaginario ormai da cento anni, da quando è nato il cinema, Wenders muove i suoi personaggi tormentati. Il cowboy in fuga come Jesse James, autodistruttivo come solo un eroe negativo può esserlo, incarna il maschio moderno spogliatosi di ogni responsabilità, che in età matura decide di rivoltare se stesso come un guanto per affrontare i sensi di colpa. Wenders e Shepard pongono al centro dell'attenzione dello spettatore il tema della disgregazione della famiglia e Shepard si coinvolge a tal punto da prestare anche il suo viso bello e duro, bruciato dal sole e segnato da rughe profonde, che verrà respinto da una donna che l'ha amato ma forse non può perdonarlo.

Wenders rifiuta di dare una sua interpretazione politica del film, ma le letture sono numerose e sotto il tema prettamente familiare esplode quello della crisi degli USA e dell'intero occidente. Il titolo del film dal quale il protagonista è fuggito è infatti "Il fantasma del West". E' un'occidente che non vuole cambiare, non vuole riconoscere i propri errori e si chiude sempre più in se stesso, come il simbolico personaggio dell'agente dell'assicurazione che insegue il protagonista, interpretato da Tim Roth, che sentenzia: "Nulla è cambiato dai tempi dell'Inquisizione". Pensandoci bene, qualcosa è cambiata, nessuno gira più film western. La grande illusione del passato è diventata la grande disillusione di oggi. Non per niente la battuta più significativa dell'angelica Sarah Polley è: "Preferisco il cinema alla vita reale". Anche noi, certe volte.

* Don't come knocking è prodotto da Reverse Angle Production e coprodotto da Arte France Cinéma, Paradis Films e Océan Films (che lo distribuisce). La vendita è affidata alla Hanway Films di Jeremy Thomas.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy