Arcipelago parla irlandese
Dopo lo spagnolo e lo scozzese, Arcipelago quest'anno parla l'irlandese (e il gaelico) con "Irishorts", sezione che riassumerà dieci anni di cortometraggi in Irlanda con venti opere, compresi due corti d'animazione che in coppia furono candidati all'Oscar nel 2001.
Alla sua tredicesima edizione, il Festival Internazionale di Cortometraggi Arcipelago (a Roma dal 17 al 23 giugno) apre con un omaggio a Peter Watkins, maestro di Ken Loach, cineasta ribelle, eretico, divenuto una sorta di leggenda vivente, dopo l'Oscar nel 1966 per il pacifista The War Game, per lungo tempo censurato dalla BBC. Il festival propone due dei primi corti di Watkins, The Diary of an Unknown Soldier e The Forgotten Faces, assieme ad una sua recente videotestimonianza, Peter Watkins Lithuania 2001.
Oltre alle tradizionali sezioni competitive - in cui si vedranno 215 titoli selezionati tra 1400 pervenuti - Arcipelago analizzerà lo stato del cortometraggio in Europa con "Europe in shorts" e ricorderà la tragedia dell'Olocausto, il genocidio in Ruanda e il conflitto in Medio Oriente nel trittico di "Crimini & Misfatti". Completano la rassegna una scelta dei documentari migliori di Gianfranco Pannone (compreso Io che amo solo te, in attesa di distribuzione nelle sale italiane) e l'anteprima di un lungometraggio a episodi, Move!, concepito e in parte realizzato su Internet dal regista Pietro Jona in collaborazione con una dozzina di cineasti indipendenti di tutto il mondo.
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