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FESTIVAL Karlovy Vary

Per i norvegesi co-produrre non è una priorità

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Una delegazione norvegese è in forze al Karlovy Vary Film Festival, dal 1 al 9 luglio. Liv Ullmann è arrivata per ritirare un premio alla carriera, ma la forza è nei numeri ed i rappresentanti del Norwegian Film Institute ed almeno una dozzina di registi, produttori, attori ed agenti sono là a confermarlo.

Sono per promuovere il cinema norvegese all’estero con ogni mezzo ma, a differenza della maggior parte degli europei, non necessariamente cercano partner per coproduzioni. “Non direi proprio il vero se dichiarassi che saremo noi ad iniziare accordi di coproduzione. Il sistema che abbiamo messo in piedi per noi è più che sufficiente” dice Jan Erik Holst, del Norwegian Film Institute. Degli undici film norvegesi presentati in varie sezioni di questo Karlovy Vary, soltanto due sono co-produzioni, di cui una è con i vicini danesi.
Ci sono diverse ragioni per cui in Norvegia si preferisce produrre film da soli. Spesso le differenti dinamiche produttive in uso in vari paesi si scontrano “Per esempio un produttore tedesco potrebbe voler finanziare un film attraverso prevendite, cosa che noi non facciamo mai, vendiamo il progetto solamente quando è finito” argomenta Holst. I norvegesi sono orgogliosi che la loro legge cinema, come i loro contributi statali, risalgono al 1949, praticamente la loro è stata una delle prime nazioni in Europa ad occuparsene. Soltanto nel 2005 quasi 27 milioni di euro sono stati stanziati su 15 progetti. Più di quanto cechi, slovacchi ed ungheresi messi insieme hanno preso dai rispettivi fondi statali lo stesso anno!

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I registi confermano che il sistema funziona, anche se il costo della vita (come del lavoro) in Norvegia ridimensiona l’ampiezza e la forza del supporto. “Sta diventando più difficile fare film in Norvegia. Ci sono sempre più autori di talento con cui condividere la stessa fetta di torta”, dice il regista ed attoreAksel Hennie.
Ciò nonostante per Nils Gaup, regista, non è una ragione sufficiente a giustificare la ricerca di partner all’estero: “se si decide di co-produrre con, mettiamo, un francese, immediatamente si deve mettere in conto di accettare alcuni compromessi. Voglio che i miei film siano autentici anche a costo di ridurre il mio budget”.

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(Tradotto dall'inglese)

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