1. Un francese alla conquista di Hollywood
La storia a puntate di Vivendi Universal si fonde con la parabola percorsa dal suo fondatore: Jean-Marie Messier.
Nel 1996 viene affidata all’allora quarantenne alto dirigente statale, la direzione della potente Compagnie Générale des Eaux. Messier riorganizza rapidamente il gruppo intorno alle attività ambientali (acqua, energia, nettezza urbana e trasporti pubblici) e delle comunicazioni, nella scia ascensionale della filiale di telefonia Cegetel.
Sedotto dalla prospettive del multimediale e sull’onda della forte crescita economica europea, Messier lancia CGE, ribattezzata Vivendi nel 1998, attraverso una serie di acquisizioni molto pubblicizzate attraverso i media con slogan del tipo : “abbiamo i tubi, compriamo i contenuti”. Per prima è assorbita la società francese di editoria e comunicazione Havas, poi è il turno di uno dei leader americani di software educational e giochi, finché Vivendi non crea, con Vodaphone, il suo portale Internet, Vizzavi.
Il culmine arriva nel 2000 con la creazione di Vivendi Universal, risultato della fusione con Canal+ (primo gruppo europeo della televisione a pagamento e di quella digitale, maggiore attore della produzione audiovisiva) e il canadese Seagram (gruppo mondiale di media e comunicazioni, molto presente nel cinema e nella musica). La transazione fa scalpore e sconvolge il mondo del cinema, perché è la prima volta che una struttura europea mette le mani su un grosso studio hollywoodiano come Universal.
In Francia la preoccupazione si fa palpabile poiché Canal+ gioca un ruolo decisivo nel finanziamento della produzione cinematografica. Infatti la legge obbliga la televisione a pagamento ad investire il 20 per cento del suo fatturato nell’acquisto di film (di cui quasi la metà da dedicare alle opere francesi). Tra l’altro, Canal+ investe anche direttamente nella produzione grazie alla sua filiale StudioCanal, che ha costituito un favoloso catalogo (5000 film e 6000 ore di fiction televisiva) e si è diversificato nella distribuzione comprando Tobis in Germania, StudioCanal Spagna, Bac Films e la filiale Mars Films in Francia. Tuttavia Jean-Marie Messier rassicura gli operatori sull’indipendenza di Canal+ nei confronti degli americani di Universal Studios, e firma un prolungamento fino al 2004 degli accordi che legano Canal+ e il cinema francese.
Nel settembre 2000, l’entrata di Vivendi Universal a Wall Street è un trionfo e il gruppo trainato dal suo capitano d’industria è lontano dal sospettare che dietro il successo si celi già un abisso.
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