Finanziamenti, lo stato d’allerta
Allarmismo dietro le quinte, inquietudini più tenui dei tenori: la questione del finanziamento della produzione cinematografica in Francia ha dato agli Incontri di Beaune, una tonalità molto diversa rispetto al trionfalismo dell’anno scorso.
Eppure come ha sottolineato David Kessler, direttore generale del CNC, sembra vada “tutto bene in termini di realtà macroeconomica, numero di film e budget”.
La produzione infatti è ‘esplosa’, passando in dieci anni da 146 a 204 lungometraggi, con picchi record sui finanziamenti: 749 milioni di euro nel 2001 per i film francesi.
Questa accelerazione nasconde però delle tensioni che sono diventate deflagranti con le incertezze di quest’estate sull’avvenire di Canal+, imprescindibile fonte di finanziamento del cinema francese. Gli squilibri aumentano con una crescita esponenziale delle grosse produzioni. I piccoli film sopravvivono tra tante difficoltà, ma le vittime principali del momento sono le produzioni medie messe alla prova dal brutale prosciugamento dei finanziamenti. Una situazione preoccupante aggravata da un effetto ‘domino’ dove le difficoltà di un soggetto del settore travolgono rapidamente delle ripercussioni sull’insieme dell’industria cinematografica.
Diverse soluzioni sono state evocate per contrastare quest’involuzione e il ministro della Cultura e delle Comunicazioni, Jean-Jacques Aillagon, ha lanciato una ‘missione’ sul finanziamento che darà i primi risultati nel gennaio 2003. Il suo obiettivo: mantenere il livello di finanziamento del cinema attraverso le televisioni, ma, allo stesso tempo, diversificare le altri fonti per diminuire la dipendenza dell’industria filmica.
Tra gli strumenti presi in considerazione e dibattuti a Beaune, alcune piste si sono rivelate promettenti, ma ancora limitate. In materia di coproduzione europea per esempio, tutto è ancora da fare, dalla semplificazioni di accordi troppo complessi allo sviluppo delle connessioni tra produttori, passando dai fondi di sostegno incrementati senza dimenticare gli accessi privilegiati alle televisioni.
Nel settore dei finanziamenti regionali una buona notizia: l’aumento fino a 10 milioni di euro nel 2003 del Fondo di sostegno alle industrie tecniche cinematografiche e audiovisive nella regione Ile-de-France (intorno a Parigi). Tuttavia l’estensione permanente di questo tipo di finanziamento a tutte le regioni francesi è sembrato ancora difficile da attuare viste le disparità nelle risorse regionali e la variabile ignota legata alla futura legge sulla decentralizzazione in Francia.
Al di fuori di una possibile ridefinizione degli strumenti fiscali che non ha suscitato un dibattito tra i professionisti partecipanti, c’è da segnalare l’ingresso, dallo scorso dicembre, della Banca Europea d’Investimento sul territorio cinematografico e audiovisivo francese. In collaborazione con gli istituti finanziari Coficiné e Cofiloisirs, la BEI concede prestiti a condizioni di mercato per progetti di film solidi (prevendita alle televisioni, minimo garantito dei distributori in sala).
La soluzione più semplice da attuare, dunque, sembrerebbe essere stata individuata nell’aumento del contributo del settore dell’home-video al Fondo di sostegno del cinema francese. Ma questa prospettiva non basta a rassicurare i numerosi professionisti, cineasti e produttori che si sentono ugualmente indifesi e strangolati dalla strategia di distribuzione in sala e dalle più vaste problematiche della cultura in Europa.
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