La dimensione economica dell’allargamento
L’analisi del funzionamento economico dell’industria audiovisiva dei paesi candidati all'adesione all’Unione Europea che è stata sviluppata e discussa dai partecipanti a questo Laboratorio, sotto la presidenza di Michèle Cotta, presidente gruppo AB, con la partecipazioni di Walter Lerouge, Direttore di Eureka Audiovisuel e Joachim Ph. Wolff, vice direttore di MEDIA Salles, ha dato luogo alle seguenti raccomandazioni:
1. Vista la condizione di fragilità e sottofinanziamento delle strutture di produzione in questi Paesi, è assolutamente indispensabile proteggere e rinforzare i sistemi di sostegno esistenti nell’Unione Europea a livello regionale, nazionale ed europeo; di allargarne la copertura e l’accesso a quei nuovi membri dell’UE ; e crearne di nuovi e più efficaci laddove essi non esistano, nei limiti delle risorse disponibili.
2. L’altro motore economico del settore che bisogna rafforzare e rilanciare, è il servizio pubblico radio televisivo (di cui va soprattutto irrobustita la base finanziaria), che in tutti i Paesi candidati costituisce un partner primario della produzione audiovisiva nazionale e che può giocare un ruolo essenziale nel rapporto con i diversi pubblici nazionali, e quindi, in ultima analisi, nella soddisfazione della domanda di creazione di identità sul mercato nazionale;
3. Tuttavia, il quadro regolamentare del settore deve essere unitario e coerente (sia per il cinema che per la televisione, per le imprese pubbliche come per quelle private), specie per quanto riguarda i termini dei loro obblighi (che non debbono essere identici, ma equivalenti e proporzionati) di produzione e di contributo al sostegno dell’industria nazionale ed europea;
4. Sarà necessario che si stabilisca in tempo utile uno stato di fatto completo e trasparente dell’industria audiovisiva di ciascun Paese candidato, a cura degli organi competenti europei e nazionali (il questionario di base usato per questo laboratorio può definire il livello minimo della situazione in vigore in ciascun paese e gli stati di fatto), per permettere ai potenziali investitori, così come ai regolatori nazionali, europei ed internazionali (dai venture capitals alle banche, dalle Nazioni Unite alle Autorità nazionali) di prendere le loro decisioni con cognizione di causa;
5. La situazione specifica del mercato audiovisivo di ciascun Paese candidato dovrà essere presa in considerazione sia per la scelta delle misure più adatte al sostegno economico dell’industria nazionale, che nel campo della politica quanto, infine, in quello della regolamentazione e della concorrenza (tax shelter, controllo delle concentrazioni…)
6. Il modello europeo del “sistema misto” (pubblico—privato) nell’organizzazione del settore audiovisivo deve essere adattato e coniugato secondo i bisogni ed i rischi legati alla situazione particolare ed al clima economico di ciascun Paese candidato, prendendo come riferimento un serio bilancio ed analitico dei risultati e dei limiti prodotti da questo sistema dagli ultimi 20 anni di pratica maturata nei paesi membri dell’Unione Europea;
7. È prioritario favorire, con tutti i mezzi possibili, l’e delle opere del patrimonio dei paesi candidati agli schermi dell’Unione, attraverso tutte le forme di distribuzione (mercato delle sale, TV, on line, nuovi media) e viceversa, al fine di accelerare l’integrazione delle industrie audiovisive dei paesi candidati nel funzionamento del Mercato Unico, e opporre questi processi alla penetrazione molto determinata dell’industria americana sui loro mercati nazionali, in corso ormai da oltre un decennio;
8. Bisogna anche promuovere e favorire la migliore comprensione possibile dei differenti paesaggi nazionali di regolamentazione economica (obbiettivi, risorse, dispositivi) da parte dei professionisti e degli imprenditori di tutta l’Unione, in maniera da facilitare il loro spirito d’iniziativa su tutto il territorio europeo, come primo passo verso una futura armonizzazione delle regolamentazione;
9. Infine, una visione realista ed un principio concreto di graduazione devono ispirare le aspettative e le decisioni dei paesi candidati in rapporto ai loro investimenti tecnologici legati allo sviluppo digitale (sia esso terrestre, satellitare, che nelle applicazioni cinematografiche, etc.).
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