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Un simposio contro la guerra

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Dopo il discorso sulla pace e la non-violenza del primo ministro in apertura del Festival Internazionale del cinema di World Film Festival di Kuala Lumpur, si è tornati sull'argomento nel corso del simposio organizzato il 18 febbraio. Alla presenza dei partecipanti del festival e dei professionisti del settore cinematografico della Malesia e dell'India, il ministro dell'Informazione Tan Sri Khalil Yakoob, ha sottolineato l'importanza di un cinema messaggero di sentimenti imprescindibili per il benessere dell'umanità, come la fratellanza e la non-discriminazione. "L'industria del cinema è una delle più grandi del mondo" ha affernato il ministro "Assicura lavoro a migliaia di persone ed è considerato ormai come una forma d'arte ricca e spesso ineguagliabile. Per questo motivo deve assumersi la responsabilità di sostenere e diffondere messaggi umanitari".

Una responsabilità condivisa da tutti i presenti, produttori, registi o distributori. "L'uomo del XXI secolo non può essere nuovamente deluso", ha affermato Manuchehr Mohammadi, produttore iraniano di Under the Moonlight, vincitore del primo premio: "Ha vissuto ogni tipo di esperienza, dal razzismo alla discriminazione politica e razziale, dalla povertà alla violenza. L'arte, e il cinema in particolare, può e deve mettersi al servizio dell'uomo in nome di una nuova dignità ".

Cinema come imagine del mondo e quindi rappresentativo ma anche, e sopratutto, educativo: "La morale, l'etica, persino gli atteggiamenti adottati dai protagonisti dei film, vengono imitati da gran parte del pubblico" ha aggiunto Mahadi J. Murat regista malesiano vincitore del premio per la fratellanza con il film Sayang Salmah (My dear Salmah). "Questo potere incredibilmente persuasivo del cinema deve essere utilizzato con enorme attenzione, tentando di evitare scene di violenza e sangue utili solo ad una maggiore spettacolarizzazione".

"La violenza nel mondo - ha concluso Benjamin Philipovic, regista della Bosnia Herzegovina - non è colpa dei registi che la raccontano nei loro film. Il cinema mostra semplicemente ciò che stiamo vivendo, tempi di discriminazione e disarmonia. E sebbene non possa materialmente fermare le guerre nel mondo, sono fermamente convinto però che possa essere uno straordinario promotore di pace".

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