email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

1. File per i film da realizzare

di 

Nel maggiore fra i paesi nordici, con una forte tradizione social-democratica, la gente in questi giorni fa la fila... non per il cibo, ma per realizzare film. Questo sfortunata situazione è arrivata al culmine, lo scorso anno, quando i sussidi statali– fondamentali per la sopravvivenza dell’industria cinematografica in ogni nazione piuttosto piccola – si sono ridotti, portando l’intera catena produttiva ad un punto morto.

È passata l’euforia del 2000, quando, dopo un decennio di notte e nebbia, l’industria locale aveva cominciato a riacquistare sicurezza grazie ad una nuova ondata di autori (Lukas Moodysson, Joseph Fares) e intraprendenti produttori (Lars Jönsson, Peter Possne, Christer Nilsson, Peter Hilltunen tra gli altri), responsabili di una salutare iniezione di energia all’industria cinematografica locale, che aveva contribuito ad una fenomenale aumento di popolarità nei confronti dei film svedesi (un 26 per cento da record nella divisione del mercato). Il 2000, però, era stato anche l’anno del lungamente atteso Accordo Cinematografico tra l’industria svedese ed il governo, che aveva posto l’accento sul bisogno di un appoggio più forte da parte dello stato e delle reti televisive svedesi, fornendo all’industria cinematografica un totale garantito di 100 milioni di corone svedesi (quasi 11 milioni di euro).

In termini di sussidi produttivi, a parte le assegnazioni anticipate per la produzione di un film, erano stati introdotti, per i produttori, un nuovo sistema di supporto garantito legato al pubblico, del valore di 50 milioni di corone svedesi, pagato come arretrato sugli incassi del botteghino, ed un certo numero di investimenti privati. A solo un anno dalla sua introduzione, il nuovo sistema di finanziamento ha cominciato a mostrare più svantaggi che vantaggi. Per ironia della sorte, a causa di troppi, inaspettati successi (compresi quelli di Jalla Jalla! e Together), le riserve del fondo legato al pubblico hanno iniziato a prosciugarsi, paralizzando l’intero apparato produttivo. Peter Hilltunen (Illusion Film), uno dei tanti produttori indipendenti colpiti dal congelamento improvviso dei sussidi, sostiene che l’intero sistema di finanziamento relativo al pubblico sia cambiato, e che i contributi ed il denaro siano molto inferiori, oggi, rispetto a quanto non fossero all’inizio. “Si è creato un circolo vizioso, poiché gli investitori interessati a finanziare progetti che potevano avere accesso a questi sussidi hanno fatto marcia indietro, dato che non siamo in grado di garantire loro quando potranno riavere parte del denaro, e per questo dipendiamo di più dagli incassi ai botteghini, e siamo molto più esposti finanziariamente”.

La difficile situazione è leggermente migliorata lo scorso settembre, quando il governo svedese ha messo a disposizione un insperato pacchetto di aiuti, di 80 milioni di Corone Svedesi, per mantenere in moto il settore produttivo sino alla firma del prossimo Accordo Cinematografico nel 2004. Per Peter Hald, Deputy Managing Director e Direttore della produzione presso lo Swedish Film Institute, questo vitale supporto governativo ha migliorato la situazione, ma è ancora “non abbastanza”. “Se si vuole avere un sistema di supporto come quello dei sussidi relativi al pubblico, con un capitale di rischio garantito, bisogna semplicemente aumentare l’importo del Fondo”, dice. Secondo lui, le negoziazioni tra associazioni di operatori, registi, produttori ed SFI e governo sono già in corso, e proposte concrete per aiutare l’industria cinematografica interna verranno concordate da tutte le parti prima dell’Accordo del 2004. Hilltunen, che siede al Tavolo dell’Associazione dei Produttori Cinematografici Svedesi, dice che l’associazione premerà affinché gli aiuti relativi al pubblico passino dagli attuali 50 a 75 milioni di Corone Svedesi garantite annualmente: “Discuteremo anche di modalità alternative per attirare finanziamenti per il settore produttivo, ad esempio da parte di investitori non ancora coinvolti nel mercato cinematografico, per cercare di assottigliare la percentuale di sussidi statali nel finanziamento di film svedesi”.

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy