1. I film selezionati a Cannes
E’ obbligatorio constatare l’importanza delle opere prime nell’ambito dell’ultima produzione belga. Su quattro coproduzioni belghe selezionate a Cannes, tre sono opere prime. “Questi film costituiscono un elemento molto positivo per il cinema nazionale” - sottolinea Henry Ingberg, segretario generale del Ministro delle comunità francesi del Belgio – “La mia preoccupazione era infatti che l’entusiasmo suscitato all’estero dal nostro cinema non fosse legato ad altro che a un fatto di generazione. Il rischio era che dopo opere molto vigorose si arrivasse poi ad un vuoto. E’ invece importante che si sia sfuggiti a questa fatalità e che tutti questi nuovi registi si aggiungano a quelli già conosciuti”.
L’unica produzione maggioritaria belga, il primo lungometraggio di Thomas de Thier, Des plumes dans la tête [+leggi anche:
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scheda film] è stato selezionato alla Quinzaine des Rèalisateurs, una sezione che ha portato fortuna ad altri cineasti belgi come Jaco Van Dormael (Toto le héros), Luc e Jean-Pierre Dardenne (La promesse, 1966) o anche Benoît Mariage (Les convoyeurs atetndent, 1999). Prodotto da Nicolas Meyer (Magellan Production), Des plumes dans la tête, racconta il dramma di una famiglia per la morte del figlio.
Nel frattempo la belga Entre Chien et Loup, alla quale dobbiamo anche Thomas est amoureux di Pierre-Paul Renders, Lumbumba di Raoul Peck, La Sicilia di Luc Pien o ancora Un divan à New York di Chantal Akerman, vede due delle sue coproduzioni minoritarie selezionate nella sezione Un Certain Regard, Mille Mois di Faouzi Bensaïdi, e alla Semaine de la Critique, Depuis qu’Otar est parti di Julie Bertuccelli.
In Mille Mois l’attore, sceneggiatore (anche di Loin di Techiné) e regista marocchino Faouzi Bensaïdi propone uno sguardo personale sul periodo di repressione intellettuale marocchina degli inizi degli anni ’80, argomento abbastanza inconsueto per la cinematografia del paese. Il film, interamente girato in Marocco, è prodotto da Laurent Lavolé e Isabelle Pragier (Gloria Films – Francia), Diana Elbaum (Entre Chien et Loup – Belgio), Bénédicte Bellocq e Souad Lamriki (Agora Films – MArocco).
Con il suo primo film Depuis qu’Otar est parti, la giovane francese Julie Bertuccelli firma un’opera personale e sensibile attraverso un sottile ritratto di tre donne di tre generazioni diverse nelle Georgia contemporanea. Assistente del regista georgiano Otar Iosseliani, gli rende omaggio ambientando il film a Tbilisi, in Georgia. Il film è prodotto da Yaël Fogiel (Les Films du Poisson – Francia) che aveva prodotto anche Voyages, e Diana Elbaum (Entre Chien et Loup – Belgio).
Coprodotto da Les Films du Fleuve (la société di e Jean-Pierre Dardenne) e girato per la maggior parte in Belgio, il film Stormy Weather di Solveig Anspach e interpretato da Elodie Bouchez e Baltasar Kormàkur, è stato selezionato per la sezione Un Certain Regard. Les Film du Fleuve hanno prodotto anche il nuovo film di Eugène Green, Le monde vivant, presentato nella Quinzaine des Réalisateurs.
Ancora una produzione belga, il film d’animazione Les Triplettes de Belleville [+leggi anche:
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scheda film] di Sylvain Chomet, presentato nella Selezione ufficiale fuori competizione. Il lungometraggio segue la vita di Champion, un bambino solitario che vive con la nonna.
Per quanto riguarda i cortometraggi, la Semaine de la Critique ha selezionato Speculoos di Yves Cantraine prodotto dalla Need Productions, che lo presenterà in una proiezione speciale.
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