23/06/2003

Video: il cinema svizzero

Frédéric Mermoud è nato a Sion nel 1969, ha studiato cinema all'Ecole Cantonale d'art di Losanna, poi si trasferisce a Parigi. In questi giorni presenta il suo ultimo cortometraggio in competizione internazionale al Festival Arcipelago a Roma. L'Escalier, questo il titolo (35 mm 22') racconta la storia di un amore fra due adolescenti, Rachel, 15 anni e Hervé suo compagno di scuola, che si incontrano sempre e solo fra le scale ed il pianerottolo del palazzo. Il rapporto cresce fino a quando Hervé propone alla ragazza di scappare insieme verso la Normandia.

Come mai la scelta di due adolescenti?
"In Francia si discute molto sulle problematiche adolescenziali e quindi l'ispirazione è venuta naturalmente. Le scale inoltre, con l'idea di salire e scendere mi ricordano metaforicamente gli sbalzi di umore tipici di quell'età. Ho deciso di chiamare due ragazzi che avevano fatto un corso di recitazione perché avevo bisogno di un'interpretazione più che naturale e non ero sicuro che due persone inesperte avrebbero reso quell'idea. In particolare lei (Nina Meurisse) ha un viso talmente camaleontico da risultare perfetta".

Guardando l'Escalier si ha l'impressione di vedere un cortometraggio francese. Esiste un'identità svizzera?
"Si parla molto di identità svizzera, anche qui ad Arcipelago c'è stata un tavola rotonda, "Je suis Suisse, Je ne suisse pas", ma per me il passaggio dalla Svizzera alla Francia è stato molto naturale, non c'è stato un vero conflitto. Bisogna dire che gli svizzeri francofoni hanno una forte influenza francese, sembrerà un paradosso ma si sentono molto francesi nella cultura mentre sono molto vicini alla svizzera come identità politica".

L'Escalier è stato venduto?
"Arte ha comprato i diritti per la Francia, poi sono stato inserito nel dvd dell'Agence Suisse du court métrage che si occupa della distribuzione creando i contatti con i compratori sia di diritti televisivi che di cinema, per cui sono in buone mani!"