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2. L'industria produttiva

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Secondo il rapporto, il settore resta, in ogni caso, un “lavoro a domicilio sotto-finanziato, basato su imprenditorialità individuali che portano avanti singoli progetti”. L’industria produttiva ha puntato il dito sulla scarsa enfasi assegnata alla distribuzione, nazionale ed internazionale. Il mercato distributivo britannico è reso, più che altrove, particolarmente difficile, per i distributori, a causa del basso rendimento dei canoni d’affitto delle pellicole (tra il 25-40%, in base al film e al rivenditore), dei costi pubblicitari, tra i più alti al mondo, e dal dominio, sul mercato, delle major americane, integrate nel sistema.

La mancanza di supporto da parte delle televisioni (BBC, ITV, Channel 4 e Granada) è un’altro inconveniente di primaria importanza per il Regno Unito, se paragonato a paesi europei come Francia, Germania o Spagna, dove le reti televisive sono autorizzate legalmente ad investire nelle produzioni cinematografiche locali.
Nel rapporto, Lo UK Film Council ha duramente criticato l’attuale supporto televisivo all’industria cinematografica, definito “deplorevole”, in termini finanziari, una visione condivisa da buona parte delle aree professionali, fra le quali Stewart Till (UIP) ed Anthony Minghella, direttore del British Film Institute.
BBC e Channel 4, infatti, investono ogni anno circa 10 milioni di sterline (l’1% circa del budget annuale della BBC), e l’ ITV ha comunicato apertamente al Comitato la propria riluttanza ad investire in un settore ritenuto “troppo rischioso”.

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