3. Gli incentivi fiscali sono essenziali
di Annika Pham
In risposta alle molte rivendicazioni dell’industria e alle “al pluriennale stato di difficoltà croniche”, il Comitato Scelto ha identificato un numero di settori chiave che hanno bisogno dell’intervento del Governo, con due priorità:
- la prosecuzione ed il miglioramento dell’attuale regime fiscale per il cinema e
- il bisogno di aumentare il livello degli investimenti da parte delle radiotelevisioni nazionali
Introdotto nel 1997, lo schema della sezione 48 prevede il 100% di esenzione fiscale per gli investimenti nella produzione o acquisizione di film britannici che abbiano un budget inferiore ai 15 milione di sterline, e possono rappresentare fino al 12-14% dei budget di produzione. Come sottolineato dalla Commissione, “per gli studios hollywoodiani ed altri filmmakers stranieri, questo sistema di sgravi sembra aver creato un livello unitario fra Regno Unito ed altre destinazioni popolari per la realizzazione di film, come Canada, Irlanda, Australia, Nuova Zelanda e Repubblica Ceca”.
Per i film inglesi, invece, la ritenuta fiscale ha offerto loro qualcosa da portare alle negoziazioni, come un veterano fra i produttori, Jeremy Thomas, ha spiegato al Comitato. “La Sezione 48 ha creato un enorme quantità di denaro per i produttori indipendenti, e ha reso loro possibile presentarsi e dire: posso scendere del 20%. Troviamo un accordo. Per la prima volta, a quello che ricordo, c’è un’arma di negoziazione per l’imprenditoria produttiva britannica, perderla vorrebbe dire spararsi sui piedi”
.
Sulla base di tutte le testimonianze raccolte fra professionisti inglesi e americani, il Comitato ha concluso che gli attuali incentivi fiscali sono “d’importanza indispensabile per mantenere un salutare movimento di grandi produzioni dall’estero, e della medesima importanza nella promozione di una grande quantità di produzioni domestiche”. I deputati hanno inoltre sollecitato il Governo a velocizzare il dibattito sul futuro degli incentivi fiscali della Sezione 48, che scadrà nel luglio 2005, ma anche a impegnarsi alla sua “evoluzione” in una sorta di “figlio della 48”, che includerebbe una maggiore attenzione alla distribuzione. Il British Screen Advisory Council- BSAC ha comunicato al Comitato che gli attuali incentivi “dovrebbero evolversi, legando la funzione distributiva e al suo marketing alle decisioni produttive, e adattando le opportunità fiscali in modo da mettere in moto il rapporto fra le due più rapidamente”.
Barry Jenkins del Cinema Exhibition Association ha sottolineato inoltre che “bisognerebbe offrire ai distributori ancora di più, da spendere in materiale stampa e in pubblicità, perché un’iniezione di denaro ai distributori, destinata appunto al materiale stampato e alla pubblicità di un prodotti specifico, permette di sicuro di ottenere altrettante sale, nel paese, per mostrare il prodotto stesso”.
Il progetto dell’incentivo fiscale “figlio della 48” è attualmente in discussione presso la BSAC, il Ministero della Cultura, Media e Sport, lo UK Film Council ed il Ministero del Tesoro, e sarà reso pubblico in futuro.
Per quello che riguarda il sostegno da parte delle radio-televisioni pubbliche, il Comitato ha suggerito una crescita di impegno da parte della BBC. Un Ofcom (authority di controllo sui media) ricostituito, in particolare, potrebbe rivestire un’azione significativa per migliorare le relazioni fra reti televisive inglesi e l’industria cinematografica locale, utilizzando, per esempio, la Dichiarazione di Politica dei Programmi richiesta dalle televisioni.
Il rapporto ha infine lodato i risultati ottenuti dal Film Council, rilanciando il ruolo cruciale del British Film Institute come custode degli archivi cine-televisivi, e raccomandando il Governo di provvedere al finanziamento di entrambe le agenzie, al fine di raggiungere i rispettivi obiettivi. I membri più importanti dell’industria britannica hanno accolto entusiasticamente il rapporto, che sarà ora valutato dal Ministero.
I professionisti inglesi sperano ora che il Governo seguirà le indicazioni, come già accaduto nel caso del precedente rapporto del Comitato che aveva portato all’introduzione delle concessioni fiscali per gli investitori cinematografici britannici.
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