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VENEZIA 2005 Concorso

Trio francese a caccia del Leone

di 

Dal 1987 e Louis Malle con Arrivederci ragazzi, nessun cineasta francese è riuscito a trionfare a Venezia, sebbene la produzione d'oltralpe abbia guadagnato nel 1993 un Leone d'Oro con Film blu del polacco Krzystof Kieslowski. Anni di penuria che si spera di riempire con la 62ma edizione della Mostra, che si apre domani al Lido con tre film francesi in competizione ufficiale. Firmati da un trio di autori affermati come Patrice Chéreau, Laurent Cantet e Philippe Garrel, questi lungometraggi ambiscono a rinnovare la tradizione dei Leoni d'Oro francesi e di ascriversi alla linea inaugurata da Julien Duvivier nel 1937 e portata avanti da Jean Renoir (1946), Henry-Georges Clouzot (1949), René Clément (1952), André Cayatte (doppio vincitore nel 1950 e 1960), Alain Resnais (1961 - L'anno scorso a Marienbad), Jean-Luc Godard (1983 - Prénom Carmen), Agnès Varda (1985 - Senza tetto né legge) e Eric Rohmer (1987 - Il raggio verde).

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Premio della giuria a Cannes nel 1994 (La Regina Margot) e premiato due volte a Berlino (Orso d'Oro nel 2001 con Intimacy- Nell'intimità e d’Argento nel 2003 per Son Frère), Patrice Chéreau si presenta per la prima volta in concorso a Venezia. In lizza con Gabrielle [+leggi anche:
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, suo nono lungometraggio, può contare sul gande vantaggio rappresentato dalla persona di Isabelle Huppert che ha già vinto alla Mostra due Coppe Volpi come migliore interprete femminile (1995 - La Cérémonie e 1988 - Un affare di donne). Adattamento di una novella di Joseph Conrad e coproduzione franco-italiana (Azor Films (90%) e Albachiara), venduto da StudioCanal, il film vede la partecipazione di un fedele attore del cineasta: Pascal Greggory.

Da parte sua, Laurent Cantet si annuncia come un temibile outsider con il suo terzo lungometraggio, Vers le Sud [+leggi anche:
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intervista: Laurent Cantet
intervista: Robin Campillo
intervista: Simon Arnal-Szlovak
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, che riunisce Charlotte Rampling, Karen Young e Louise Portal. Consacrato Scoperta Europea dell'Anno agli European Film Awards e Migliore nuovo regista al festival di San Sebastián con Risorse Umane nel 1999, il cineasta ha confermato il proprio originale talento con A tempo pieno (Premio Don Chisciotte a Venezia nel 2001). Il suo nuovo film, prodotto da Haut et Court con un supporto canadese, è venduto all'estero da Celluloïd Dreams.

Quanto a Philippe Garrel, è una vecchia conoscenza che ritrova con Les Amants réguliers [+leggi anche:
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intervista: Philippe Garrel
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una Mostra che ha sempre saputo riconoscerlo meglio dei suoi connazionali. Tre volte selezionato in Concorso a Venezia, il cineasta ha guadagnato un Leone d'Argento nel 1991 con J'entends plus la guitare e il premio Fipresci nel 2001 con Innocenza Selvaggia, accontentandosi di una partecipazione senza riconoscimenti nel 1999 con Le Vent de la nuit. Prodotto da Maïa Films, coprodotto da Arte e venduto internazionalmente da Films Distribution, Les Amants réguliers è un'opera in bianco e nero cheha profondamente colpito il selezionatore veneziano Marco Muller. Sorta di seguito di Dreamers [+leggi anche:
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intervista: Bernardo Bertolucci
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di Bernardo Bertolucci, il film conta tra i titoli di testa Louis Garrel (figlio del regista ) e va a presentarsi sul Lido come simbolo intransigente di un cinema d'autore alla francese, che declinano, a loro modo, Patrice Chéreau e Laurent Cantet.

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(Tradotto dal francese)

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