Philip Groning cattura il grande silenzio
Scende una neve silenziosa sul monastero dalla Grande Chartreuse a Grenoble. All'interno delle mura, gesti lenti, preghiere sommesse che salgono al cielo in cerca della strada che porta a Dio. "Chi non rinuncia a tutte le cose terrene non può essere mio discepolo" diceva Gesù Cristo e chissà che la rinuncia più difficile per questi uomini sia proprio la parola?
Philip Groning, documentarista di grande esperienza nato a Dusserdolf nel 1959 e cresciuto tra Germania e Stati Uniti, pensava di girare Die grosse Stille ("Into Great Silence") già dal 1984. Con un personale sforzo produttivo, e l'aiuto di Bavaria Film e la svizzera Ventura Films, ha realizzato questo straordinario documento sulla vita claustrale, sull'estremismo di una scelta che porta fuori dal mondo e dal tempo.
Il tempo è fondamentale per Groning: "L'elemento principale nel mio lavoro è riuscire a intervenire nel ritmo dello sguardo dello spettatore, cioè nel tempo e per tutta la durata che uno rimane seduto davanti allo schermo. Mi ha sempre affascinato fare qualcosa in cui la lingua parlata non ha alcun ruolo e dove alla fine è il ritmo a fare da protagonista della vicenda".
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