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VENEZIA 2005 Settimana della Critica

La vita interiore di Desiderio

di 

Un vero inno al "transgender" umano e cinematografico il film Mater natura, unica pellicola italiana selezionata nella "Settimana Internazionale della Critica" a Venezia. Transgender umano, perché narra la storia di un giovane transessuale, Desiderio (Maria Pia Calzone), e si muove nella magmatica comunità trans napoletana. Cinematografico, perché si muove tra i vari generi e accoglie l'alchimia delle infinite sfumature e variabili, principi che stanno alla base del sentire transgender.

Questa almeno sembra essere l'intento programmatico del regista Massimo Andrei, di provenienza teatrale e qui al suo primo lungometraggio, e del produttore Umberto Massa, che con la sua Kubla Khan ha realizzato piccoli gioielli come Lacapagira di Alessandro Piva e Pater Familias di Francesco Patierno. "Il non riuscire ad avere accesso ad alcun tipo di finanziamento statale non mi ha fermato", dice Massa. "Come è accaduto per altri miei progetti, sono andato avanti per la mia strada realizzando questo film con i miei soli mezzi, sicuro del valore del progetto".

Mater natura è una storia "d'amore e riscatto sociale" (definizione del regista) che mira a divertire e sorprendere, ma occhieggia un po' troppo a Almodovar, Stephan Elliot (Priscilla), Sébastien Lifshitz (Wild Side), Gabriel Baur (Venus Boy), Tonino De Bernardi (Rosatigre) e Beeban Kidron (A Wong Foo, grazie di tutto! Julie Newmar - To Wong Foo Thanks for Everything, Julie Newmar) per essere davvero innovativo.

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