Il Vangelo secondo Abel
L'ossessione religiosa di Abel Ferrara era già evidente in alcuni suoi film, in particolare Il cattivo tenente. Con Mary [+leggi anche:
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scheda film], il regista indipendente americano, cresciuto nel Bronx con un'educazione cattolica, porta in concorso a Venezia la sua personale riflessione sul cattolicesimo, affrontando direttamente la figura di Cristo e di quella, molto controversa, della donna che gli stava accanto, Maria Maddalena.
Lo fa a suo modo, naturalmente, con la consueta curiosità e passione, immaginando un film nel film, un regista megalomane, un'attrice (Juliette Binoche) che interpreta Maddalena e ne rimane profondamente colpita, un giornalista che si converte. Ferrara scomoda i vangeli apocrifi, come ha fatto l'autore del best seller "Codice da Vinci", fa accenno agli incassi milionari del Cristo di Mel Gibson, ricorda la guerra israelo-palestinese in corso, per costruire una parabola sulla finzione (del cinema?).
Mary, girato tra Italia, New York e Gerusalemme con un budget di 5 milioni di dollari, è una produzione totalmente europea: l'italiano Roberto De Nigris in coproduzione con la francese Central. La vendita internazionale è affidata a Wild Bunch.
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