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FILM / RECENSIONI

Joyeux Noël

di 

- Viaggio epico ed umanista attraverso i segreti della storia. La battaglia di un regista per riaffermare il principio della fratellanza di tutti gli uomini, anche in piena guerra

Film simbolo dello sviluppo delle co-produzioni europee, Joyeux Noël [+leggi anche:
trailer
intervista: Christian Carion
intervista: Christophe Rossignon
scheda film
]
(Buon Natale), il secondo lungometraggio di Français Christian Carion dopo Una rondine fa primavera segna innanzi tutto l’incontro tra uno stupefacente cineasta dei nostri giorni con i soldati di un’altra epoca. Perché ciò che unisce questo regista, cresciuto in campagna, ai giovani caduti in nome della gloria delle nazioni durante il conflitto del '14-18', è una fede idealista nella fratellanza tra tutti gli uomini, anche se questo ideale non brilla che un istante nell’oscurità delle guerre. Presentato fuori concorso al Festival di Cannes e candidato francese alle nomination per gli Oscar 2006 nella categoria ‘miglior film straniero’, Joyeux Noël rappresenta per Christian Carion la conclusione di un’avventura iniziata dodici anni fa, quando il regista, che non aveva ancora diretto nessun film, lesse Batailles de Flandres et d'Artois 1914-1918, in cui si racconta dei rapporti di solidarietà e di fratellanza instauratisi tra nemici in occasione della notte di Natale del 1914. Totalmente censurati e magistralmente occultati, questi episodi rappresentavano un occasione d’oro per il regista, un tema che ha sviluppato con caparbietà per anni, grazie anche al supporto strategico del suo produttore, Christophe Rossignon.

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Joyeux Noël inizia sulle battute di tre ragazzini, un francese, un inglese ed un tedesco, rubate alle chiacchiere scambiate durante il tragitto per andare a scuola, inneggianti alla guerra, all’esaltazione della distruzione e dell’odio per il nemico, e prosegue sull’entusiasmo con cui un giovane scozzese accoglie l’annuncio della dichiarazione di guerra ("finalmente succede qualcosa"), e continua spostandosi definitivamente sul fronte. In mezzo al fragore delle armi, al rumore sordo dei corpi che cadono al suolo, e alle atrocità della vita in trincea – sequenze gestite con maestria e discrezione senza nessuna concessione alla violenza o a spargimenti di sangue gratuiti – i soldati si preparano al Natale. L’alto comando tedesco consegna 100.000 abeti mentre i soldati non pensano che ad evitare di finire uccisi e quindi ad uccidere di rimando. Ma l’amore di una cantante lirica danese (Diane Kruger) per il marito tenore, soldato per obbligo e non per scelta (Benno Fürmann) fa scattare una tregua tra tre compagnie di francesi, scozzesi e tedeschi, grazie anche alla complicità di un pastore (Gary Lewis) e di tre ufficiali (Guillaume Canet, Daniel Brühl e Alex Ferns). Questo limbo di pace e fratellanza non è certo visto d buon occhio dalle alte gerarchie militari e il ritorno alla normalità, alla guerra, sarà doloroso per gli uni e gli altri. Ciò nonostante, il film si chiude lasciando viva la convinzione che, sebbene imprigionato, questo spirito di amicizia resti forte e diffuso.

Sostenuto dalle performance di comprimari eccellenti come Dany Boon, Joyeux Noël funziona come un classico, non cercando tanto l’innovazione stilistica su un piano formale, quanto lavorando e ponendo l’accento soprattutto sulla forza e la potenza emotiva del tema trattato. Una scommessa riuscita, se si pensa alle reazioni del pubblico dopo la proiezione a Cannes, con la scena del cantante tedesco che attraversa la terra di nessuno, un albero di natale sotto il braccio, un pezzo di bravura che piacerà agli spettatori di tutto il mondo. Del resto, il buon risultato ottenuto durante le riprese, con la versione originale in tre lingue, come anche l’alchimia creatasi tra giovani attori di paesi diversi, aprono nuove prospettive alla co-produzione europea. Infine, non è superfluo sottolineare il valore educativo di un film che affronta temi violenti senza mai indulgere nella violenza, fatto che lo rende accessibile anche al pubblico dei più giovani. Come ha voluto ricordare Christian Carion: "Abbiamo realizzato Joyeux Noël pensando a quei soldati che hanno avuto il coraggio di fraternizzare tra loro. All’epoca furono bollati come vili e codardi".

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(Tradotto dal francese)

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