30/11/2005

L'industria audiovisiva nazionale ha subito l'ennesimo duro colpo con la conferma di essere tra quei paesi ad aver subito il maggior calo nelle presenze al cinema nel 2005.
Il Centre National de Cinématographie (CNC) ha pubblicato i dati relativi al box office di alcuni paesi europei durante i primi nove mesi dell'anno. Secondo queste stime, in Slovacchia si sarebbe registrato un calo del 30% rispetto allo stesso periodo nel 2004.
Il paese supera di molto la Germania, che pure, secondo il rapporto, ha avuto un calo pari al 21%. Praticamente tutti i paesi menzionati nella ricerca hanno avuto risultati negativi, ma solo le cifre relative alla Slovacchia e alla Germania superano il 20%.

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Secondo l'associazione dei distributori slovacchi, le cifre andrebbero corrette, ed il calo si ridurrebbe al 28% - 1 552 934 biglietti venduti contro i 2 157 887 del 2004 nel periodo compreso tra il primo gennaio ed il trenta settembre - anche se la stessa ammette che l'aggiustamento non migliora di molto la situazione di un crollo delle presenze piuttosto significativo. Tra i distributori nazionali sono in molti ad attribuire il crollo ad una tendenza generale che si sta verificando ovunque, in gran parte generata dall'assenza di blockbuster americani. Voce fuori dal coro, Mária Pichnarcíková dell'associazione degli operatori del cinema che, intervistata dai giornalisti, ha spiegato il fenomeno slovacco con una motivazione strettamente economica: la maggior parte delle persone sceglie passatempi meno costosi. Un numero sempre crescente di piccole sale sta scomparendo per lasciare il posto ai multiplex, dove i biglietti vengono venduti ad un prezzo maggiore rispetto alla media nazionale che si aggira intorno ad un euro.
La produzione audiovisiva slovacca è la meno prolifica in Europa, con solo due film in grado di circolare prodotti nel 2004.

(Tradotto dall'inglese)