Bolkestein in commissione: esclusi i servizi audiovisivi
Dopo mesi di aspre discussioni, la commissione “mercato interno e protezione dei consumatori” riunitasi a Bruxelles lo scorso 22 novembre ha deciso di riconfermare nelle sue linee essenziali il testo della Direttiva Bolkestein relativa all’armonizzazione delle legislazioni nazionali in materia di libera circolazione di servizi.
Notevoli le novità per l’industria culturale. La commissione parlamentare ha accolto favorevolmente alcuni degli emendamenti presentati da sinistra e verdi tra cui quelli relativi all’esclusione dal campo di applicazione della direttiva del settore audiovisivo (articolo 2).
Non entreranno infatti a far parte del pacchetto i servizi audiovisivi (comprese radio e cinema).
Tra gli emendamenti adottati, uno in particolare tocca il ruolo della legislazione settoriale che continuerà a rappresentare una fonte primaria del diritto comunitario (articolo 3). Tra queste, la direttiva “Televisione senza frontiere” (attualmente in corso di revisione) continuerà ad esempio a fornire il quadro di riferimento per la distribuzione di servizi radiotelevisivi senza che il suo contenuto sia messo in discussione dall’attuale pacchetto servizi.
Infine, la “direttiva servizi” non porterà pregiudizio alla possibilità concessa agli stati membri o all’Unione di legiferare in favore della promozione della diversità culturale e linguistica o del pluralismo tra i media (articolo 1).
Ora l’attenzione è rivolta al voto in Assemblea plenaria previsto per il prossimo gennaio, così come alla posizione che adotterà il Consiglio. Solo allora sarà chiaro se ci sarà una reale volontà di abbattere le frontiere che ostacolano la prestazione dei servizi, che costituiscono il 70% dell’economia europea.
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