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AUDIOVISI Europa

Diversità Culturale: la Commissione per la ratifica

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Dopo l'adozione il 20 ottobre scorso all'Unesco della convenzione della diversità culturale, la sfida seguente è di arrivare ad una ratifica con almeno trenta stati membri per la sua entrata in vigore. Un'applicazione - 3 mesi dopo il 30esimo firmatario - che avrebbe luogo soltanto nei paesi firmatari senza possibilità di costrizione sugli altri paesi dell'Unesco (dunque sull'oppositore americano). Il Canada è il primo paese - ed il solo in questa fine gennaio 2006- ad averla già ratificata. Ciò si spiega con il fatto che in Canada la ratifica è di competenza del solo governo, mentre nella maggior parte degli altri paesi, la sua adozione deve anche essere votata nei Parlamenti rispettivi, da cui procedura più lenta. Inoltre, il governo canadese ha chiesto di agire più a rapidamente prima della scadenza delle prossime elezioni.

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La Commissione europea ha invitato ufficialmente il 21 dicembre 2005 i 25 stati membri a ratificare questa convenzione "entro i migliori termini". Poiché l'Unesco aveva pubblicato il suo testo definitivo nelle 6 lingue obbligatorie soltanto il 9 dicembre, la Commissione ha reagito piuttosto rapidamente. La Commissione ha tenuto a ricordare che era stata delegata per negoziare all'Unesco nel nome dell'Ue e che gli stati membri erano anche rappresentati dal loro ministro ad hoc nel Consiglio europeo. Evocando il principio di competenze condivise, la Commissione vuole ratificare la convenzione. Questa ratifica non sarà contabilizzata nel minimo richiesto dei 30.

La Commissione ha motivato così il suo invito: "Le condizioni di preservazione e promozione nel mondo della diversità culturale dipendono non soltanto dalle condizioni economiche ma ancora da altri fattori strutturali." La dimensione dei mercati, la presenza o no di minoranze linguistiche, di zone a superficie linguistica ristrette, dai legami con l'identità nazionale o regionale, dalla natura materiale o immateriale delle tradizioni e del patrimonio culturale, dai legami storici con paesi terzi. Sono elementi che determinano le condizioni d'espressione, di consumo e di scambi culturali

Queste giustificazioni sono certamente benvenute. In effetti, l'ombra della famosa direttiva "Bolkestein" piana sempre. Questa sarà esaminata dal Parlamento europeo il 17 febbraio.
La Commissione ha promesso di escludere da questa grande direttiva-quadro Bolkestein tutto ciò che è del campo d'applicazione della direttiva televisione senza frontiere, presto riorganizzata nella futura direttiva "servizi media audiovisivi".

La Convenzione dell'Unesco non ha previsto termini per le ratifiche. La Francia ha promesso una ratifica per marzo prossimo, i paesi nordici per l'estate, il Belgio avrà bisogno di un anno. Ma molti paesi, in particolare dell'Est, non dispongono ancora della traduzione nella propria lingua... Concretamente, la data limite per la ratifica è il 2010 quando la deroga provvisoria accordata dall'OMC prenderà fine e che ci sarà rischio di vuoto giuridico. Infine, ultima sfida, occorrerebbe che il minimo imposto di trenta paesi firmatari sia rappresentativo del paesaggio mondiale e del suo mosaico culturale. Nel suo comunicato la Commissione incoraggia i 25 ad entrare in contatto con i paesi terzi per invitarli alla ratifica. Si sa che i paesi del Sud avevano richiesto un "fondo per la diversità culturale" per sostenere il loro cinema in sviluppo. Alcuni paesi (come il Belgio) hanno già previsto di orientare gli aiuti o accordi di cooperazione già esistenti via questo fondo specfico.

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(Tradotto dal francese)

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