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CANNES 2006 Italia

"Le reti televisive vanno costrette a comprare film EU"

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"Soltanto con una legislazione a livello europeo si possono costringere le reti televisive a comprare film europei", Adriana Chiesa, Presidente della compagnia italiana di vendite Adriana Chiesa Enterprises e Vice-Presidente della European Film Export Association, ha commentato a Cineuropa. "Siamo di fronte ad un problema serio che ha realmente bisogno di essere discusso a livello europeo, perché i distributori cinematografici sono sempre più attenti quando acquistano film europei, perché non sono garantiti da contratti televisivi".

La veterana delle vendite sottolinea inoltre la poca disponibilità verso il cinema italiano da parte del Regno Unito, i cui schermi sono terra di conquista per le produzioni statunitensi.

Il punto di vista della Chiesa è stato espresso nel corso del dibattito “Who is a producer’s best friend?”, tenutosi sabato scorso, al Palais des Festivals, e organizzato dallo European Audiovisual Observatory.

Tra gli ospiti del panel, Jan Vandierendonck, Segretario Esecutivo di Eurimages, ha precisato che il fondo di co-produzione pan-europea nota una tendenza alla mancanza di investimenti da parte di distributori e reti televisive nei confronti delle produzioni europee.

Aviva Silver, direttore del MEDIA Programme, è concorde su questa “preoccupante tendenza”. “Abbiamo notato che sta diventando molto, molto difficile per i paesi più piccoli che hanno bisogno di molte reti televisive per essere coinvolte nell’accesso ai nostri sostegni”, ha commentato. “E date le difficoltà a trovare reti televisive e finanziamenti in genere, i fondi sono sempre più importanti per i produttori, in special modo quelli delle piccole e media imprese”.

Con il rapido sviluppo dei servizi di Video on Demand (VoD) nell’Unione Europea, e di 46 operatori di servizi cinematografici VoD attualmente esistenti (11 nella sola Francia e 6 in Danimarca), i produttori europei potrebbero trovare nuove strade lucrose per distribuire i propri prodotti. Ad ogni modo, secondo André Lange, dell’Observatory, sebbene questo possa essere possibile da un punto di vista tecnico, il mercato resterebbe comunque segmentato a causa delle diverse culture e lingue in Europa, e l’industria dovrebbe operare quindi con più trasparenza di quella attuale.

(Tradotto dall'inglese)

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