Un amministratore unico per Cinecittà
E' durato solo 6 mesi il nuovo consiglio d'amministrazione di Cinecittà Holding, rinnovato nel dicembre scorso, a soli tre mesi di distanza dalle elezioni politiche che hanno visto la vittoria della coalizione di centrosinistra.
Ieri il ministro dei Beni culturali, Francesco Rutelli, ha revocato il consiglio di amministrazione della holding e ha nominato amministratore unico per un mese il direttore generale per il Cinema del ministero, Gaetano Blandini. Queste decisioni sono state comunicate ieri all'assemblea della società dallo stesso vicepremier che poi ha convocato una conferenza stampa.
"Non siamo interessati a uno spoil system selvaggio - ha detto Rutelli - ma quando cambiano governo e indirizzi, cambiano anche le persone incaricate di portare avanti le nuove linee programmatiche. Alla fine di luglio metteremo in campo le nostre scelte".
Il ministro si è avvalso della legge che consente al governo di orientare enti e società pubbliche attraverso nomine ad hoc, emanando un atto di indirizzo in dieci punti che affronta alcuni argomenti critici. Tra questi il mancato conseguimento degli obiettivi fissati nel precedente atto di indirizzo del novembre 2005, la forte conflittualità interna al consiglio di amministrazione e con le controllate Istituto Luce, l'avvio di progetti non previsti dalla legge come la realizzazione di un canale tematico e di un albergo per le troupe e le perdite della controllata Mediaport (che gestisce un gruppo di sale multiplex).
A Blandini tocca ora il compito di ipotizzare una nuova struttura organizzativa, in accordo con l'atto di indirizzo del ministro. "Cinecittà Holding dovrà reperire risorse per un unico obiettivo:dare servizi e supporti alla cinematografia italiana", ha concluso Rutelli.
Delusione da parte di Massimo Condemi, da oggi ex amministratore delegato di Cinecittà Holding, che minaccia di ricorrere ai giudici: "Il ministro ha creato un notevole danno di immagine con un atto di indirizzo pieno di inesattezze e strumentalizzazioni. Un vero e proprio insulto alla mia professionalità, perché non solo ho messo in vendita Mediaport che era una fonte di perdite, ma ho messo in cantiere progetti che andavano contro l'assistenzialismo di Stato e prevedevano una valorizzazione degli asset: dal canale tematico sarebbero potuti giungere da 1 a 3 milioni di ricavi, mentre dall'albergo almeno 1,5 milioni per l'affitto dell'area".
L'ex presidente di Cinecitta' Holding, Carlo Fuscagni trova naturale che il nuovo governo proponga un nuovo indirizzo, ma conferma che ''la gestione degli ultimi anni di Cinecitta' Holding, non solo la mia, è stata ricca di innovazioni. Adesso la struttura era stata potenziata e puntava a nuovi obiettivi. Abbiamo iniziato dei lavori che potranno essere continuati. Cinecittà è una struttura più che viva e sono sicuro che in futuro possa offrire grandi sorprese''.
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