Clive Owen, eroe per caso
Un protagonista britannico, Clive Owen, per Children of Men del messicano Alfonso Cuarón, coproduzione anglo-americana (Skyline Productions Ltd, Hit & Run Productions e Quietus Productions) che stamattina ha ricevuto gli applausi di pubblico e stampa.
Il regista del terzo episodio cinematografico della saga di Harry Potter (Il prigioniero di Azkaban), questa volta è alle prese con un adattamento di un romanzo della famosa autrice britannica di mistery P.D. James, e racconta di un oscuro prossimo futuro in cui inspiegabilmente non nascono più bambini e l'umanità sembra condannata ad una fine inesorabile.
Owen offre un'ottima prova d'attore, muovendosi con disinvoltura nel film ad alto budget. "E' un protagonista inusuale", spiega, "è così distaccato, all'opposto dell'eroe convenzionale. Non è stato facile interpretare un personaggio cosi riluttante, senza speranza, senza nessuna voglia di essere lì, in quella orribile realtà, qualcuno che ha rinunciato a tutto."
Children of Men descrive un'Inghilterra ultrarazzista, assediata dall'immigrazione clandestina, colpita da continui attacchi terroristici, con scene di violenza realistica girate in stile documentaristico. Fantascienza? "Per me non si tratta di una visione pessimistica del futuro ma realistica del presente", afferma Cuarón, candidato all'Oscar con Y tu mamá también nel 2001. "Non volevamo guardare al futuro, ma osservare il presente, usando il futuro solo come convenzione cinematografica. Per le scene di conflitto, ho mostrato ai miei collaboratori delle foto di Bosnia e Palestina. Cercavamo una violenza che non fosse glorificata, e dare un'idea di quello che sta succedendo oggi sotto i nostri occhi".
Il film, interpretato anche da Julianne Moore, Michael Caine e Claire-Hope Ashitey, è distribuito da United International Pictures
Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.