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VENEZIA 2006 Orizzonti

Vicari, viaggio in Italia sulle orme di Ivens

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Un viaggio attraverso l’Italia delle fabbriche, da Gela a Marghera, per vedere come si è trasformato il Paese negli anni. E’ il viaggio intrapreso dal regista Daniele Vicari per realizzare il documentario Il mio paese, presentato tra gli eventi speciali della sezione "Orizzonti" del Festival di Venezia. Un film che prende le mosse dal lavoro del grande documentarista Joris Ivens, incaricato nel ’59 da Enrico Mattei, allora presidente dell’Eni, di raccontare per immagini l’Italia del boom economico, col risultato poi di mostrare una società ancora piena di miseria.

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Tra il 2005 e il 2006, Vicari ha ripercorso l’Italia in senso inverso rispetto al viaggio di Ivens, L’Italia non è un paese povero, per vedere le trasformazioni del Belpaese negli ultimi 45 anni. "Ho una voglia innata di raccontare il mio paese", ha spiegato il regista di Velocità Massima, premiato per la migliore opera prima proprio a Venezia qualche anno fa. "Quando ho visto il film di Ivens – ha continuato – ho avuto l’impressione che ci fossero gli strumenti per fare un nuovo lavoro adottando la chiave particolare usata da Ivens per raccontare la trasformazione di un paese contadino in una delle più grandi potenze industriali del mondo. Il riferimento alla sua opera mi avrebbe anche consentito di fare una riflessione sul cinema".

Dalla Sicilia industriale di Gela e Termini Imerese, passando per gli stabilimenti Fiat di Melfi, per i laboratori dell’Enea a Roma, per Prato, la "capitale cinese" del tessile, fino al Petrolchimico di Porto Marghera: in ogni posto, volti, storie e opinioni di chi nella fabbrica ha passato una vita. Il risultato è scoraggiante 50 anni dopo il documentario di Ivens: le promesse di benessere, lavoro e sviluppo non sono state mantenute. Almeno per tutti. I figli degli operai che avevano contratti di assunzione vivono nell'incertezza del futuro. "Oggi l’Italia – conclude Vicari – è il mio paese ricco ma profondamente diseguale".

Il mio paese è prodotto da Vivo film S.r.l., col sostegno dell’associazione Centenario del sindacato Cgil, in collaborazione con Rai Cinema.

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