Il cinema sale in vetta
Dal 16 al 22 ottobre, il Festival del cinema di Diablerets, località sciistica sulle Alpi, propone di esplorare la natura da tre diverse prospettive: montagna – prodezze – ambiente. Dedicato inizialmente solo al cinema di montagna, ora il festival ha allargato i propri orizzonti.
Se i film e i video sugli sport estremi sono concentrati in sezioni dedicate agli "afficionados", il concorso, che prevede una ventina di documentari, si rivolge invece a un pubblico più cinefilo.
E se la produzione francese la fa da padrona – con Doust (L’ami), girato nelle montagne iraniane dalla regista e produttrice Sara Rastegar, Nyima et les porteurs di Philippe Lespinasse, Urgence au sommet di Régis Guarrigue, Un été silencieux di Stéphane Breton o ancora Une montagne de dangers di Laurent Cistac –, anche la Svizzera è ben rappresentata da Näkkälä (T & C Films, Zurigo), sorprendente incontro raccontato da Peter Ramseier tra un vecchio svizzero e la tribù dei Samis della Finlandia, e da Harvest Moon, di Stephan Siegrist, su una salita fino alle cime dell’Himalaya.
Toccati dallo sfruttamento dei bambini in una miniera d’argento della Bolivia, Richard Ladkani e Kief Davidson propongono The Devil’s Miner (Germania/Usa), mentre l’ungherese Zoltan Török rende omaggio alle bellezze naturali dell’Islanda in Parting Lands – An Icelandic Saga. I Diavoli d’oro e gli altri premi saranno consegnati il 22 settembre.
(Tradotto dal francese)
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