18/09/2006

Il processo per adottare gli strumenti legislativi per la ratifica della "Diversità culturale" segue il proprio corso. Fino a oggi, 7 paesi l’hanno adottata ufficialmente: per primo il Canada, poi le isole Mauritius, il Messico, la Romania, il principato di Monaco, la Bolivia e Gibuti. Dieci altri paesi dovrebbero adottarlo a breve: Togo, Perù, Senegal, Mali, Burkina Faso, Cambogia, Croazia, Finlandia, Francia e Austria.

In Belgio, la Comunità francese del Belgio ha inviato in agosto il proprio via libera agli uffici centrali ma le altre regioni devono ancora dire la loro per fare adottare la risoluzione a livello federale. Per Henri Benkoski, esperto del governo belga, "il fatto che due grandi Paesi confinanti con gli Stati Uniti l’abbiano approvata così rapidamente ha un alto valore simbolico ".

Tra i membri dell’Unione europea, è in corso un dibattito sulle strategie. Che ciascun membro Ue depositi all’Unesco la propria ratifica, oppure presentare ufficialmente di concerto le 25 ratifiche. Per i sostenitori dei "25 insieme", si tratta di mostrare una certa coesione europea.
Se si attende di aver raccolto tutte e 25 le ratifiche, sostengono i difensori delle scelte singole, ci sarebbe il rischio di non essere tra i primi 30, e quindi di non figurare nella prima Assemblea generale, una situazione negativa simbolicamente per l’immagine di un’Europa che ha lottato con fermezza per la diversità culturale. Per loro, l’adozione da parte di una ventina di Stati è già positiva, perché favorisce la rapidità dell’adozione definitiva.

Al prossimo Consiglio dei ministri europei che hanno in delega gli Audiovisivi, a fine novembre, saranno esaminate le strategie da adottare.

(Tradotto dal francese)