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SAN SEBASTIAN 2006 Concorso

Börn, rosso passione in bianco e nero

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Il 2006 si sta rivelando l’anno della stravaganza al 54 Festival Internazione di Cinema di San Sebastián. Schiacciati dall’imponente presenza del Festival di Venezia prima e della Festa del Cinema di Roma poco dopo, il programma risulta incostante almeno quanto il tempo di questa meravigliosa città.

Nella sezione opere prime "Zabaltegui", la nota di colore viene dall’Islanda, con il film Börn [+leggi anche:
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(lit. "Bambini"). Il regista Ragnar Brangason regala al pubblico un saggio sulla famiglia, intesa come nucleo variegato in cui amore e odio convivono, senza lasciare mai spazio all’indifferenza. Börn racconta la storia di 3 famiglie, ben diverse tra loro, in numero e composizione, ma con un elemento in comune: l’assenza di un elemento paterno stabile. Tre donne, prima tra tutte Karitas, con i suoi 4 figli, tentano disperatamente di crescere i loro bambini in situazioni disperate, nel vano tentativo di mantenere l’amore per la vita e la loro individualitá come esseri umani.

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Girato interamente in bianco e nero, e dotato di quella assenza/eccesso di luce tipico del nord Europa, Börn trasmette un messaggio chiaro e violento: amare alla follia e odiare dal profondo dell’anima sono sentimenti che coincidono, il cui unico risultato è la distruzione della vita. Il dialogo è l’unica occasione di salvezza. E se incappassimo nell’errore di credere che il bianco e nero è una scelta estetica per accrescere la freddezza della pellicola, Börn chiarisce fin dalle prime sequenze che i sentimenti non hanno bisogno di colori o effetti speciali per essere trasmessi, basta viverli.

Börn, candidato islandese all’Oscar, è una produzione interamente nazionale (Vesturport/Artbox), novità insolita e francamente piacevole, che invita a una riflessione sul senso della definizione di “cinema europeo”. Dall’Islanda alla Turchia, passando attraverso la ricchezza della contaminazione mediterranea, la cultura della celluloide ci insegna che il valore aggiunto di questo continente è la diversità, frutto dell’amore e dell’odio, ma che grazie al dialogo, riusciremo a crescere questa grande e strampalata famiglia.

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