Michel Gomez (ARP): "Il cinema ha una nuova frontiera" (2)
Seguito dell’intervista a Michel Gomez, direttore generale dell’ARP (società civile degli Autori-Registi-Produttori) che organizza gli Incontri Cinematografici di Digione, dove fino a domenica si riunirà il gotha degli operatori del settore francesi ed europei.
Qual è il parere dell’ARP sulla diminuzione dei film sulle televisioni generaliste francesi?
Nel quadro mondiale, la Francia rappresenta un’eccezione, uno dei pochi paesi dove sono diffusi tanti film sui canali generalisti. Ma bisogna fare una distinzione tra i canali pubblici e quelli privati. Questi ultimi hanno il vincolo economico di dover vendere spazi pubblicitari, per cui devono proporre programmi suscettibili di raggiungere la più larga fetta di mercato. Il problema che pone loro il cinema, rispetto alle altre opere audiovisive, è che un film è, per definizione stessa, unico. E’ quindi difficile fidelizzare gli spettatori con i film (tranne quelli che hanno avuto molto successo nelle sale), che si trovano in concorrenza con le serie, le partite di calcio, i reality... Se si vuole che i canali privati continuino a trasmettere il cinema bisogna fare qualche sforzo d’immaginazione, editoriale. Dall’altra parte, i canali pubblici hanno una responsabilità, il ruolo di servizio pubblico. E noi operatori abbiamo il compito di liberalizzare la programmazione sopprimendo un certo numero di giorni off-limits al cinema (attualmente i mercoledì, venerdì e sabato). Canal + è oggi l’unico canale ad avere il diritto di trasmettere film il sabato sera e bisogna senza dubbio lasciare a loro questo vantaggio. Ma sul resto dei giorni interdetti, bisogna aprire e dare al servizio pubblico l’opportunità di essere un po’ più dinamico in materia.
Come preservare il sistema francese di finanziamento alla produzione cinematografica, considerato un modello in Europa?
In Francia abbiamo un sistema formato da diversi elementi che s’intrecciano l’uno nell’altro: le quote sui canali, le obbligazioni d’investimento, il conto di sostegno... Dal momento in cui l’ambiente si muove, è normale che il sistema evolva altrimenti diventa obsoleto. Ma ci sono questioni da risolvere visto che il nostro sistema dipende dalla legge. Ad esempio, quando il quadro fiscale cambia, le Sofica (società per il finanziamento dell’industria cinematografica e audiovisiva) hanno dei problemi. Allo stesso modo, quando la fetta di mercato del cinema francese aumenta nelle sale è una cosa buona, ma bisogna aggiustare il meccanismo del conto di sostegno… Non bisogna avere una visione statica, si tratta di essere vigili ma anche capaci di muoversi, non essere conservatori. E per difendere questo sistema abbiamo sistematicamente dei problemi strutturali con Bruxelles che è nella logica del mercato interno, di concorrenza pura e semplice. D’altronde, più la struttura francese è forte, più coproduzioni ci saranno con Germania, Spagna, Italia… perché i sistemi non si escludono tra di loro.
(Tradotto dal francese)
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