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FESTIVAL Italia

I festival del cinema: proliferano ma sono in crisi

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I festival servono ai film, o i film servono ai festival? Sono un'utile vetrina per i prodotti cinematografici o sono loro stessi produttori di contenuti? Perché sono oggetto di una intensa proliferazione, pur essendo sempre più in crisi?

Sono alcune delle questioni discusse nel convegno organizzato dall'Afic - Associazione Festival Italiani del Cinema dal titolo "La promozione del sistema cinema: il ruolo culturale dei festival, svoltosi ieri alla Casa del Cinema. Hanno provato a rispondere - moderati da Giovanni Spagnoletti e Steve della Casa - il docente universitario e consigliere di Cinecittà Holding Severino Salvemini, Jonathan Davis dello UK Film Council, Alain Modot del Media Consulting Group, il regista e consigliere dell'Istituto Luce Maurizio Sciarra, l'addetta stampa Flavia Schiavi, Piero Colussi di Cinemazero e Giuseppe Massaro di Media Desk/Anica.

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E mentre tutti sono d'accordo nel ritenerli comunque indispensabili, resta il dubbio se i festival cinematografici, le loro selezioni e i loro premi, abbiano un effetto concreto sul destino delle opere che promuovono. "Gli eventi festivalieri legati al cinema hanno senz'altro una serie di ricadute positive, come i ricavi al botteghino, nel turismo e nella generazione di lavoro e reddito per il settore, l'aumento del gusto estetico degli spettatori e l'attrattività per i talenti creativi - ha spiegato Salvemini -. Ma è difficile stabilire una relazione diretta tra i premi che assegnano ai film e la fortuna di questi in sala".

Prendendo in esame 5 tra i maggiori eventi internazionali (Berlino, Cannes, Venezia, Toronto e Locarno) per il periodo dal 2000 al 2005, dalla ricerca di Salvemini emergono risultati contraddittori e di difficile lettura. Mentre il Festival di Cannes sembra essere il più efficace in assoluto, con 12 film premiati su 14 che hanno ottenuto incassi ragguardevoli al Box Office, dei 6 riconoscimenti principali di Toronto solo 3 hanno ottenuto buoni o ottimi risultati, e i restanti 3 - gestiti tutti dallo stesso distributore - hanno avuto esiti trascurabili. E' dunque il distributore l'attore decisivo in quella che spesso si trasforma in una guerra per accaparrarsi le migliori anteprime? Secondo l'analisi di Jonathan Davis è molto più determinante il ruolo dei sales agent, anche rispetto a quello dei grandi produttori, comunemente creduti molto influenti. "Dalle analisi incrociate sui film europei e la loro circolazione - ha sottolineato Davis - emerge poi come i festival, pur privilegiando spesso i film nazionali, siano uno strumento importante perché le opere vengano vendute e viste all'estero".

Gli eventi medio-piccoli, invece, per rafforzare il loro ruolo culturale, devono puntare sull'identità e sulla ritualità, oltre che sull'unione delle forze in un network che li renda complessivamente più competitivi.

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