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ISTITUZIONI Europa

Sulla strada della diversità culturale

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Ci siamo: la Convenzione Unesco sulla Diversità delle espressioni culturali, che permetterà la realizzazione di politiche di sostegno alle opere, entrerà in vigore il 18 marzo, tre mesi dopo il deposito ufficiale della trentesima ratifica. Lunedì 18 dicembre, l’Unesco ha registrato un totale di 35 ratifiche da parte di 13 paesi (per lo più membri dell’Unione europea), depositate ufficialmente al seggio parigino. L’adesione della Commissione europea è stata accettata "in quanto organizzazione d’integrazione economica regionale". Il giorno successivo, la Commissione europea ha voluto celebrare questa tappa storica con una cerimonia al Palais des Beaux Arts di Bruxelles, con la partecipazione di numerosi ministri europei della Cultura e altre importanti personalità del settore.

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In questa fase, il fatto che i paesi europei saranno presenti nel futuro organismo di gestione della Diversità culturale, è già un buon risultato. Il testo dell’Unesco prevede 3 seggi europei e altri 3 per i paesi dell’Est (membri o no dell’Ue). I partner europei s’impegnano ora nell’elaborazione di un Codice di condotta, la cui parola chiave sarà la buona coordinazione. In effetti, non tutti i 25 paesi dell’Ue hanno ancora ratificato, ma la Commissione può esprimersi in nome di tutti, a patto che venga rispettata la diversità delle espressioni culturali dei suoi membri.

Peraltro, numerosi ostacoli sono sorti in seno ai 148 paesi (su 154) che hanno approvato questo principio nel corso della 33esima Conferenza dell’Unesco nell’ottobre 2005. Da allora, nelle più importanti riunioni è emersa l’inquietudine crescente di molti paesi del Sud, i quali temono che le evoluzioni tecnologiche sempre più sofisticate li lascino ai margini del campo audiovisivo. Per questo, la Convenzione ha previsto un meccanismo di solidarietà con la creazione di un Fondo internazionale.

Fuori Europa, sono stati i paesi africani a presentare più ratifiche, senza dubbio grazie ai rapporti stretti con il Vecchio Continente. Per l’esperto della Comunità francese del Belgio, Henri Benkoski, "Se alla prossima Conferenza generale dell’Unesco a ottobre, non si sarà raggiunto un numero più rappresentativo per quanto riguarda regioni e lingue, sarà sicuramente ancora piu difficile raggiungerlo in seguito". Perché 35 è un numero notevole per cominciare, ma insufficiente per "pesare" nel paesaggio culturale mondiale.

*In un primo tempo: Albania, Belarussia, Bolivia, Burkina Faso, Camerun, Canada, Croazia, Gibuti, Equatore, Guatemala, India, Madagascar, Mali, Isole Mauritius, Messico, Monaco, Namibia, Perù, Moldavia, Romania, Senegal, Togo. Il 18 dicembre 2006: Austria, Bulgaria, Danimarca, Spagna, Estonia, Finlandia, Francia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Slovachia, Slovenia, Svezia.

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(Tradotto dal francese)

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