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USCITE Italia

Muccino e la Ricerca della felicità

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Uscito il 15 dicembre scorso nelle sale americane, La ricerca della felicità (The Pursuit of Happyness) è al secondo posto nel box office Usa con 124 milioni di dollari di incasso. Mica male per un regista italiano di nemmeno quarant'anni che stava progettando un film nel proprio Paese quando è stato contattato dalla superstar Will Smith ed è volato verso il sogno americano.

E proprio il vecchio ma inossidabile concetto di "american dream" è al centro del film diretto da Gabriele Muccino che sbarca domani nella sale italiane in 430 copie, distribuito da Medusa Film, e nel Regno Unito. Tra gennaio e febbraio uscirà anche in Germania , Francia, Olanda, Spagna, Belgio, Estonia, Finlandia, Ungheria, Svezia.

Ma Muccino e Will Smith, oggi a Roma per la presentazione del film, preferiscono chiamarlo "human dream", un sogno universale, perché ogni uomo ricerca la felicità, che Smith definisce "un istinto primitivo e animalesco, quello di proteggere i nostri figli e di prenderci cura delle nostre famiglie". Ispirato alla storia vera dell'afroamericano Chris Gardner (che ha deciso di trarne un libro mentre collaborava alla produzione), il film prodotto da Columbia Pictures racconta di un giovane padre di famiglia che non riesce a sbarcare il lunario. Intelligente e capace, si ritrova sull'orlo del baratro ed e costretto a dormire con il figlioletto nei ricoveri per homeless, prima di riuscire a diventare un broker di successo.

Se il messaggio "ideologico" del film può apparire ambiguo (è il denaro a fare la felicità), Muccino spiega: "Ho cercato di raccontare la realtà americana con mezzi americani e una sensibilità europea. I nostri valori sono radicalmente diversi: negli Usa l'insulto peggiore è loser, perdente, e il mondo si divide tra quelli che ce l'hanno fatta e quelli che non ci riescono. Quello che ho descritto nel film è l'incubo di milioni di americani: finire in un dormitorio".

Prima di girare, Muccino ha spedito a Will Smith Ladri di biciclette e Umberto D. "Penso che nei film di Vittorio De Sica sia contenuto il significato più profondo del sogno americano che con Gabriele abbiamo cercato di raccontare: battersi per la sopravvivenza e per garantire un futuro migliore ai nostri figli", afferma l'attore.

Ma perché scegliere un regista italiano per raccontare una storia americana? Il motivo Will Smith l'ha trovato nel grande successo del 2001 di Gabriele Muccino, L'ultimo bacio. "In quel film c’è un concetto profondo: tutti noi abbiamo un’idea di quel che vogliamo essere. È per realizzare quell’idea che ogni mattina troviamo la forza, anche nelle difficoltà, di alzarci dal letto ed affrontare una nuova giornata”.

Per il momento, Muccino rimane negli States per nuovi progetti. "Ho ricevuto un paio di copioni da Hilary Swank. Ma non è l'unica".

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