Cambia l'identikit degli spettatori
3 italiani su cento sono andati al cinema almeno una volta negli ultimi sei mesi, con una frequenza media di 1,7 volte, cresciuta rispetto a dieci anni fa. Il 26% va al cinema almeno una volta al mese, con punte di una o più volte alla settimana. Il 79% degli spettatori vede da 2 film al mese fino a 2 film a settimana sulla tv generalista, così come il 26% dello stesso gruppo vede film anche sulla tv a pagamento con la stessa frequenza, e noleggia o compra, nel 54% dei casi, DVD. Il 2,7% ha dichiarato di scaricare personalmente i film da Internet senza alcun timore di essere perseguito e, tra questi, ben il 51% dichiara di farlo con una frequenza di almeno una volta al mese. Gli spettatori abituati a questa nuova modalità di fruizione corrispondono, in buona parte, a quello "zoccolo duro" di fruitori di cinema in sala. Sono, quindi, gli stessi giovani fino ai 25 anni appassionati di cinema, maggiormente informati sull'utilizzo delle nuove tecnologie e sulle pellicole in uscita, a mostrarsi attivamente interessati alla fruizione di film: dal Dvd alla sala, dal downloading al videofonino fino alla pellicola piratata.
E’ questo il risultato di una ricerca che l'industria cinematografica associata nell'Anica ha commissionato alla DOXA, dal titolo “Nuovo identikit dello spettatore: fruizione cinematografica in sala e downloading da Internet”. “La domanda di film è altissima –ha confermato Riccardo Tozzi, presidente dei produttori dell’ANICA – ma questa domanda non è adeguatamente supportata dai media: la distribuzione nelle sale non è sufficiente; la tv generalista colloca i film nei propri palinsesti in maniera non corretta, così come la tv a pagamento consuma film in misura non proporzionale alle risorse che dedica loro. Il problema delle risorse –ha sottolineato Tozzi – attraversa tutti i mezzi di sfruttamento dei film: il problema di Internet non è che la gente scarica film, ma che lo faccia gratuitamente, senza che nessuno remuneri il sistema cinema per tale sfruttamento. C’è dunque bisogno di un sistema complessivo che dia al cinema, anche dal punto di vista delle risorse, ciò che il cinema dà a tutti i media in cui è presente.”
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