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INDUSTRIA Francia

Proiezione digitale: verso un sistema a due tempi

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Riuniti a La Rochelle per la quinta edizione dell'IDIFF (International Digital Film Forum), i professionisti del settore hanno svelato gli ultimi progressi compiuti nel campo dell'equipaggiamento digitale delle sale. Gaumont ha intanto confermato che EuroPalaces (sale Gaumont e Pathé) inaugurerà la proiezione digitale a fine estate. E i fornitori di servizi moltiplicano le loro offerte basate sull'interagibilità dei materiali e la possibilità di far pagare ai distributori parte delle spese per l'equipaggiamento delle sale in VPF (Virtual Print Fee), sistema impiegato negli Stati Uniti. Tra essi figurano il leader belga XDC, che gestisce 305 schermi digitali in Europa (80 % del mercato), Technicolor, che controlla le 37 sale attrezzate in Belgio e in Francia da Kinepolis, e i britannici di Arts Alliance Media (progetto Digital Screen Network finanziato da UK Film Council), che lavorano anche in Norvegia. I fornitori in grado di gestire l'integrazione server-proiettore digitale, trattare per conto dell'esercente con i produttori di materiali e i distributori di pellicole, assicurare la manutenzione, il trasporto, la gestione dei sistemi di criptaggio, la codifica, l'archivio..., ambiscono a un numero di schermi che va da 2000 a oltre 5000.

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La situazione, tuttavia, si complica in Europa, dove il mercato è più frammentario rispetto a quello degli Stati Uniti. Il primo problema da affrontare riguarda la carenza di film disponibili in formato digitale, dovendo i distributori e i produttori spartirsi in modo chiaro le spese per la creazione di master digitali. Se infatti il distributore dovrà pagare il master, è probabile che si rifiuti di entrare nella logica VPF. D'altra parte, la generalizzazione del digitale sembra ormai indispensabile. Oggi il 40 % delle pellicole sono sviluppate con i sali d'argento e passarle al digitale costa molto.

Quanto alla distribuzione, si rischia che interi settori vadano trascurati, sia per la mancanza di film che di sale attrezzate. Claude-Eric Poiroux ha constatato il ritardo accumulato dal circuito Europa Cinemas (in altri tempi all'avanguardia), perché i film disponibili in digitale sono per lo più nazionali e americani: una seria minaccia alla diversità, visto che certi tipi di film potrebbero non essere più distribuiti e le sale sarebbero costrette a snaturare la loro programmazione.

Per quanto riguarda l'esercizio, gli esperti stimano che occorreranno tre sale digitali per ogni complesso, affinché i film possano vivere una carriera completa. Ma i distributori indipendenti rischiano di dover fornire per ciascun film una copia digitale e una in 35 mm, visto che le loro opere fungono spesso da variabile di adeguamento nei multiplex. A questo doppio costo si aggiunge il fatto che le sale attrezzate sono soprattutto quelle più grandi, quindi fuori la portata dei distributori indipendenti, come sottolineato da Adeline Monzier di D.I.R.E, che ha annunciato comunque di essere orientati verso un VPF su misura per la Francia. Da non dimenticare, infine, che numerose sale non potranno mettere nella cabina di proiezione un apparecchio digitale accanto a quello per il 35 mm, e che le spese di riadattamento delle cabine andranno ad aggiungersi a quelle per l'acquisto dei materiali, l'installazione e la manutenzione. Senza un nuovo modello economico, una profonda discrepanza rischia di crearsi tra i grandi e i piccoli distributori ed esercenti. E anche lo spettatore sarà chiamato a partecipare alle spese, visto che il prezzo di un film proiettato in digitale da Kinepolis è maggiorato di un euro in Belgio e di 50 centesimi in Francia.

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(Tradotto dal francese)

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