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ESERCIZIO Europa

Un 2006 in crescita, ma non per tutti

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Dopo un 2005 caratterizzato quasi ovunque nel mondo dal segno negativo, il 2006 è stato un anno migliore per l’esercizio cinematografico europeo, ma non per tutti i Paesi. È quanto emerge dalla lettura dell’Annuario Statistico del Cinema Europeo "European Cinema Yearbook", che, nella versione che verrà presentata domani alla Berlinale raccoglie e analizza i dati di 29 paesi europei.

Nell’Unione Europea, dai dati finora disponibili, che riguardano 24 territori, gli spettatori risultano mediamente in crescita del 3,4%, passando da 877,7 a 907,6 milioni.

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I 17 paesi dell’Europa Occidentale che hanno reso noti i loro dati mostrano un incremento medio dei biglietti venduti di circa il 2,6%. Un buon segno per il futuro, anche se non all’altezza delle aspettative, se si pensa che in diversi territori il primo semestre era stato caratterizzato da un incremento a due cifre. Il miglioramento c’è comunque stato – da 843,9 a 865,8 milioni di presenze – e a contribuirvi in larga parte sono due dei cinque grandi mercati continentali. In testa è la Francia che, con oltre 188 milioni di spettatori (+8,2% rispetto al 2005), ottiene il secondo miglior risultato dal 1984. Segue la Germania, che vede il suo pubblico crescere del 7,4% rispetto al 2005. Nonostante però un incremento di oltre 9 milioni di spettatori, questo mercato non riesce ad assorbire il pesante calo registrato tra il 2004 e il 2005. Il totale di 136,7 milioni di spettatori resta ancora al di sotto della media degli anni Duemila (oltre 150 milioni).

Cresce, seppur di poco, anche un terzo grande mercato come l’Italia, dove le stime, riferite agli schermi attivi almeno 60 giorni l’anno, parlano di un aumento medio annuale dell’1,7%, dopo un primo semestre che aveva registrato un incremento superiore al 10%. Col segno più anche mercati di dimensioni minori, come la Finlandia (qui le stime parlano di +12%), l’Austria (+10,6%), i Paesi Bassi (+9,1%), l’Irlanda (+8,9%), il Belgio (+8,7%), la Svizzera (+8,5%), il Lussemburgo (+8,1%), la Norvegia (+5,5%), la Svezia (+4,6%), la Danimarca (+2,6%) e la Grecia (+2,4%).

In controtendenza il Liechtenstein, che arretra del 3,8%. A soffrire di un importante calo di spettatori sono due tra i cinque grandi mercati: il Regno Unito e la Spagna, accomunati da un decremento del 4,9% rispetto al 2005. Mentre il primo paese, pur lasciandosi dietro quasi 8 milioni di biglietti, ottiene un risultato in linea con quelli dei primi anni del Duemila, la Spagna, perdendo circa 6 milioni di spettatori, scende a 121,4 milioni di presenze, il risultato più modesto dal 1998. Per il secondo anno consecutivo si contrae anche il parco sale della Spagna, riducendosi di oltre 200 schermi nel biennio. Aveva conosciuto un periodo di crescita ininterrotta dal 1990 al 2004.

L’Europa Centro-Orientale e il Bacino del Mediterraneo ottengono dei risultati decisamente lusinghieri nel complesso, registrando – nei 12 paesi di cui si conoscono i risultati – presenze in aumento del 17,6%. Gli spettatori passano così da 90,2 a 106,0 milioni. Anche qui non si sfugge però alla tendenza generalizzata, che vede situazioni assai diverse nei singoli territori. Crescono la Slovenia (+10,9%) e la Repubblica Ceca (+8,7%).

Più della media aumentano sia grandi mercati come la Polonia (+28,2%), che recupera quasi tutti gli spettatori persi nel 2005, e la Turchia (+26,3%) sia territori di dimensioni minori come la Repubblica Slovacca (+55,7%), l’Estonia (+40,1%) e la Lettonia (+22,7%).
Cali si registrano invece in Serbia e Montenegro (-36,7%) e, in misura molto più contenuta, in Romania (-4,6%), Ungheria (-3,8%), Bulgaria (-2,5%) e Cipro (-1,1%).

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(Tradotto dall'inglese)

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