26/02/2007

Il sogno di Florian Henckel von Donnersmarck di vedere il suo primo film, Le vite degli altri [+leggi anche:
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scheda film] (leggi il Focus), compensare la delusione dei tedeschi ai Mondiali di calcio l'estate scorsa conquistando il titolo di "campione del mondo del cinema", si è realizzato ieri alla cerimonia degli Academy Awards.

Il film, che evoca lo strano legame che si crea tra un agente della Stasi della Germania dell'est e un drammaturgo sul quale egli indaga (personaggi interpretati entrambi con grande finezza da Ulrich Mühe e Sebastian Koch), si è aggiudicato l'Oscar per il miglior film in lingua straniera, conteso con Dopo il matrimonio [+leggi anche:
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scheda film] (Messico) e Water (Canada). Ma il regista avrebbe avuto più da temere da Clint Eastwood e il suo Lettere da Iwo Jima, se questo film fosse stato selezionato in questa categoria.

"Questo riconoscimento è un onore e un grande apprezzamento per me e per tutte le persone che hanno partecipato alla realizzazione di questo film, dando il meglio di se stessi", ha dichiarato, emozionatissimo, Henckel von Donnersmarck. "Il cinema tedesco - ha aggiunto - ha fatto enormi progressi negli ultimi anni. Sono molto felice e riconoscente di aver avuto la mia parte in questo successo, che mi sembra ancora un sogno".

Le vite degli altri, lanciato il 9 febbraio da Sony Pictures Classics negli Stati Uniti, ha incassato già 800 000 dollari circa, ottimo risultato per un film tedesco che, forte del suo Oscar, promette di attirare nuovi spettatori oltreoceano e nella trentina di territori dove è stato venduto da Beta Cinema.

(Tradotto dal francese)