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INDUSTRIA Francia

Autogol per i circuiti di esercenti

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Il fuoco attizzato e poi spento dal circuito di sale UGC (e alimentato dal suo omologo MK2) sulla questione della remunerazione di distributori, produttori e autori sulla base delle entrate registrate nelle sale con le tessere d'abbonamento (lire la news), è valso ai suoi promotori un autogol orchestrato dal BLOC (Bureau de liaison des organisations du cinéma, coordinamento delle organizzazioni cinematografiche). Formato da una quindicina di membri - tra cui il Sindacato dei Produttori di Film, D.I.R.E. (Distributori Indipendenti Riuniti Europei), il Sindacato dei Produttori Indipendenti, la SRF (Società dei Registi di Film) e l’UPF (Unione dei Produttori di Film) - il BLOC ha non solo preso atto con soddisfazione della proposta di status quo di due anni avanzata da UGC (che intendeva diminuire il prezzo di riferimento, quindi la remunerazione), ma ha anche sottolineato ieri che l'offensiva del circuito di esercenti "avveniva nel momento in cui gli aventi diritto facevano valere al Centre National de la Cinématographie una serie di argomenti economici a favore di una rivalutazione al rialzo dei prezzi di riferimento".

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Il BLOC approfitta inoltre dell'apertura del dibattito per sollecitare una riflessione dei professionisti dell'industria cinematografica francese su una serie di questioni giudicate "essenziali", come "la durata di esercizio dei film nelle sale, a volte ridotta a pochi giorni anche quando la sala beneficia dell'esclusiva di distribuzione di sei mesi; e più in generale lo squilibrio del rapporto tra distributori ed esercenti, questi ultimi con potere assoluto sulla carriera dei film nelle sale (promozione, numero di proiezioni, capacità della sala, prezzo). Nel mirino del BLOC figurano anche "le pratiche che costringono i distributori a retribuire le sale quando accettano di occuparsi della promozione di film (annunci, cartelloni, pubblicità sui magazine dei circuiti)". Il BLOC, infine, co-presieduto dal regista Pierre Salvadori e dal produttore Jean-François Lepetit, stima che bisognerà contemplare la possibilità di modulare il "sostegno finanziario di cui beneficiano le sale in base a una serie di criteri legati alle loro pratiche di programmazione ed economiche, al fine d'incoraggiare i comportamenti più virtuosi, come succede già per il sostegno alla produzione e la distribuzione".

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(Tradotto dal francese)

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