Germania 2007 - Dinges & Berg (FFA) - “Un’attrattiva per i produttori stranieri”
di Martin Blaney - German Films
Il ministro della Cultura tedesco, Bernd Neumann, ha mantenuto la parola data e ha ottenuto il via libera della Commissione europea per avviare l'attività del German Federal Film Fund (DFFF) il primo gennaio di quest’anno.
Sessanta milioni di euro all’anno, provenienti dal fondo governativo, saranno disponibili per i prossimi tre anni, sotto forma di sussidi a fondo perduto a copertura delle "spese tedesche" realizzate per film di finzione con costi di produzione di almeno 1 milione di euro (200 000 euro per i documentari e 3 milioni di euro per i film d'animazione).
L’amministrazione del fondo è gestita dal German Federal Film Board (FFA). Cineuropa ha parlato con la responsabile del progetto, Christine Berg, e il direttore generale dell’FFA, Peter Dinges, del nuovo sistema di incentivi (le linee guida in inglese sono disponibili sul sito dell’FFA)
Chi può fare domanda per questo fondo?
Dinges: Tutti i produttori tedeschi con sede in Germania e le società straniere che hanno un ufficio registrato o una filiale nel nostro paese. Per ottenere l’assegnazione del fondo bisogna rispondere a determinati requisiti.
Berg: Ci sono tre tipi di condizioni base per l'accesso ai finanziamenti: 1) condizioni che riguardano il candidato; 2) condizioni che riguardano il progetto; 3) un test culturale. Chi fa domanda deve poter certificare di avere già il 75% del budget e che le riprese non siano ancora cominciate. Una condizione fondamentale è che le domande vengano presentate il prima possibile e che si seguano le nostre indicazioni sui tempi. Così sapremo quali progetti aspettarci e quando.
Dinges: Dobbiamo abituarci in Germania a un sistema automatico che dia ai produttori la libertà, ma anche la responsabilità, di decidere da soli in quali casi fare domanda, l’entità della richiesta e quando farla. Questa responsabilità personale offre ai produttori nuove opportunità ed è una cosa a cui non dobbiamo abituarci soltanto noi. E’ una nuova sfida per tutto il mondo della produzione, in Germania ma anche in Europa, in tutti i paesi in cui i produttori tedeschi troveranno partner.
A quali requisiti deve rispondere un progetto per ottenere i fondi?
Berg: Almeno il 25% dei costi di produzione deve essere speso in Germania.
La formula base è un rimborso del 20% dei costi di produzione tedeschi, cioè ciò che si è speso qui meno quei costi che non possiamo riconoscere, come gli anticipi, i costi di finanziamento, i fondi di riserva. E’ importante sapere che non si può richiedere più del 20% dell’80% dei costi totali di produzione. Si possono ricevere fino a 4 milioni di euro a film, ma in casi eccezionali si può arrivare fino a 10 milioni.
Dinges: Trattandosi di progetti destinati alla proiezione nelle sale, bisogna essere in grado di provare l’esistenza di un accordo con il distributore, il quale deve a sua volta garantire determinate condizioni: un film di finzione o d’animazione dovrà uscire in almeno 30 copie in Germania, un progetto che abbia ricevuto meno di 320 000 euro in almeno 15 copie, un’opera prima del produttore in 10 e un documentario in 4.
Pensate che il DFFF attirerà i produttori stranieri?
Berg: Penso che questo fondo sia estremamente attraente per i produttori stranieri perché non sono vincolati alle valutazioni di una commissione. Se decidono di girare in Germania e spendere una certa somma qui, i produttori possono davvero accedere a questi soldi. Se trovano un coproduttore tedesco e rispondono ai requisiti necessari, possono star certi di ottenerli.
Pensate che questo fondo rafforzerà la posizione della Germania come polo di produzione cinematografica?
Dinges: Naturalmente. Vogliamo rendere il cinema tedesco più competitivo sul piano internazionale e conservare i nostri registi e tutto il potenziale creativo che c'è nel nostro paese. Ma non solo: vogliamo anche che la Germania diventi un centro di produzione di film e di cultura cinematografica. Il che può succedere solo rafforzando la posizione dei produttori tedeschi e rendendo la Germania attraente per i nuovi produttori.
Berg: Se guardate il test culturale, vedrete che abbiamo messo l'accento sull'utilizzo dei nostri studios e accordiamo punti supplementari a coloro che scelgono le nostre strutture per la post-produzione. Vogliamo perfezionare il know-how che c'è qui ed è una cosa che le coproduzioni internazionali contribuiscono a favorire. Il test culturale è aperto all'Europa: si attribuiscono punti extra se nel cast si sono "star" europee, non soltanto tedesche. Così, per esempio, se chiamo qualcuno dall’Inghilterra che ha vinto un premio, avrò più punti in graduatoria.
Che ne sarà dei film tedeschi girati al di fuori della Germania, potranno beneficiare del DFFF?
Berg: Quello che conta, innanzitutto, sono le spese riconosciute in Germania. Ma se alcuni esterni devono essere girati all’estero, quei costi che sarebbero destinati in Germania al cachet del regista o alle spese per l'attrezzatura possono essere riconosciuti per la sovvenzione. Il 30% dei giorni di riprese possono essere riconosciuti per candidarsi al fondo.
Dopo il vostro tour informativo in tutta la Germania e gli incontri con i produttori, qual è stata la reazione dell’industria a questi incentivi?
Berg: Erano tutti estremamente curiosi e la “crème de la crème” dei produttori ha partecipato a questi eventi. E' stato utile per capire le spaccature all’interno del sistema. Nel campo dell’animazione, ad esempio, si è posto il problema della definizione esatta di “inizio delle riprese”. Abbiamo capito che c’era da sistemare alcune cose. E il ministro Bernd Neumann, che ci è stato di grande aiuto, ha riunito intorno a un tavolo alcuni esperti per riflettere insieme su cosa e come avrebbe funzionato meglio.
Sono già arrivate le prime domande?
Dinges: Sì. Sapendo che il DFFF sarebbe entrato in vigore nel 2007, molti produttori hanno posticipato l'inizio delle riprese. Ma non c’è stato un profluvio di richieste, come alcuni temevano. Credo che questo sia dovuto alla nostra strategia comunicativa: abbiamo detto ai produttori tedeschi che ci sarebbe stato denaro sufficiente almeno per il primo e, forse, per il secondo anno. E abbiamo fatto capir loro che è davvero necessario mettersi in contatto con noi per stabilire il momento migliore per fare domanda.
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