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Italia 2003 - La produzione, la televisione e finanziamenti statali

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Il 2002 è stato un anno positivo per la produzione italiana: il numero dei film prodotti è passato dai 103 del 2001 ai 130 dell'anno appena finito. Stabili invece le coproduzioni, che avevano registrato un vero e proprio balzo nel 2001. In calo le coproduzioni maggioritarie - quelle con una quota italiana più alta delle altre partecipazioni straniere - che passano dalle 22 del 2001 alle 17 del 2002, mentre salgono le minoritarie da 13 a 17.
Ma il vero boom del 2002 è quello degli investimenti di capitali italiani per la produzione cinematografica che raggiungono una cifra complessiva di 277,6 milioni di Euro (+28,98 per cento rispetto al 2001).

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Dei 130 film prodotti nel 2002, 34 sono stati finanziati con il Fondo di Garanzia destinato ai film di Interesse Culturale Nazionale (erano 31 nel 2001). Il contributo complessivo erogato a questi film è stato di circa 58 milioni di Euro contro i 52 del 2001. Inoltre risultano prodotti nel 2002 ben 18 film di Interesse Culturale Nazionale finanziati grazie all'articolo 8, che prevede un Fondo speciale per le opere prime e seconde. Per questi film, il contributo del Ministero è stato di 15,6 milioni di Euro. Nel 2001 gli articoli 8 prodotti erano stati 11, con un finanziamento di 8,5 milioni di Euro. In pratica il contributo dello Stato al cinema italiano ha inciso, sul totale dei capitali investiti, per il 26,5 per cento coinvolgendo 52 film nel 2002 (erano 42 nel 2001, con un contributo di 60,5 milioni di Euro).

Produzione 2002 Differenza 2002/2001
Film prodotti
(italiani + coprod.)
130 +27%
Coprod. maggioritarie 17 -5
Coprod. minoritarie 17 +4

Contributo statale/
Numero di film
2002 Differenza 2002/2001
Film interesse culturale
nazionale
34 +3%
Film prodotti
con art.8
18 +7
Totale film prodotti
con contributo Stato
52 +10

Contributo statale/
Milioni di euro
2002 Differenza 2002/2001
Per film d'Interesse
culturale nazionale
58 +6
Per film art.8 15,6 +7,1
Totale contributo Stato 73,6 +13,1

Produzione/Investimenti
in milioni di euro
2002 Differenza 2002/2001
in percentuale
Investimenti imprenditoria
di settore nei film
204,0 +36,27
Contributo statale 73,6 +13,1
Totale invest. italiani 277,6 +28,98
Fonte Anica

Investimenti TV nel cinema

In base alle disposizioni della legge 122/98 (vedi box in basso), la Rai è tenuta a destinare una quota dei proventi complessivi dei canoni di abbonamento (stabilita dal contratto di servizio) alla promozione di opere audiovisive europee. Le quote stabilite nel contratto di servizio, a partire dall’anno 1999, non possono essere inferiori al 20 per cento.
Le disposizioni incluse nella legge 122/98 hanno avuto, in realtà, un principio di applicazione da parte della Rai già nel biennio 1997/98, sulla base delle previsioni del Contratto di Servizio, con un impegno che in entrambi gli anni è risultato significativamente superiore alle quote fissate. Per quanto concerne più specificamente l’esercizio 1999, l’investimento complessivo dell’azienda per prodotti audiovisivi italiani ed europei si colloca a poco meno di 500 miliardi (circa 260 milioni di euro) determinando un’incidenza rispetto agli introiti da canone televisivo pari a circa il 23 per cento: ampiamente superiore alla quota minima del 20 per cento stabilita dalla legge 122/98.

La legge 122 del 30 aprile 1998

La legge, che costituisce uno stralcio del d.d.l. 1138 sulla "disciplina del sistema delle comunicazioni" tuttora all'esame del Parlamento, ha recepito le direttive della CEE, rimaste lungamente inosservate in Italia, definendo le quote minime di diffusione e di produzione di opere europee che le emittenti nazionali sono obbligate a rispettare. Di eccezionale importanza per i produttori indipendenti italiani sono i vincoli posti alle emittenti televisive nazionali, che dovrebbero assicurare ai produttori indipendenti un flusso consistente e certo di risorse.

Sotto il profilo della strategia aziendale in tale area, si evidenzia inoltre lo sviluppo di una politica di alleanze con i più importanti operatori del settore. Tale strategia ha già portato al perfezionamento di accordi con operatori quali Canal+, Beta, Paramount, che consentono una presenza significativa della Rai sul mercato audiovisivo internazionale.

Sul cinema, più in particolare, è stata costituita l'1 dicembre 1999 una specifica società - denominata Rai Cinema - con l’obiettivo di gestire le attività di acquisizione e commercializzazione dei prodotti film e fiction, nonché le attività produttive dell’azienda nel settore cinematografico.
La missione della società prevede inoltre lo sviluppo dell’attività nel campo della produzione cinematografica, secondo logiche di gestione imprenditoriali, anche attraverso alleanze nel settore della distribuzione e nella vendita delle opere per sbocchi commerciali ulteriori rispetto all’esclusivo utilizzo nel palinsesto Rai.

L’investimento nel 2002 ammonta a più di 50 milioni di euro per il cinema italiano ed europeo. Nello scorso anno sono stati contrattualizzati 35 film con un investimento massimo di 2.7 milioni di euro per Cantando dietro i paraventi di Ermanno Olmi mentre l’investimento medio per una coproduzione è di 1.5 milioni di euro. Tra queste Buongiorno notte nuovo film di Marco Bellocchio, Opopomoz di Enzo D’Alò, Il posto dell’anima di Riccardo Dilani, Il miracolo di Edoardo Winspeare e Il ritorno di Cagliostro di Ciprì e Maresco.
Per il 2003 l’investimento fissato è lo stesso e sono già in lavorazione i progetti di molti registi tra cui Gianni Amelio, Giuseppe Piccioni, Marco Ponti, il vincitore dell’Oscar Danis Tanovic, Marco Tullio Giordana, Alex Infascelli, Alessandro D’Alatri, Silvio Soldini e Cristina Comencini.

Investimenti nella Fiction TV

Cresce la produzione di fiction televisiva, e passa dalle 752 ore alle 765 nel 2002.
La Rai ha varato il piano finanziario preliminare del 2003 per i programmi di fiction. L’investimento ammonta a 150 milioni di euro. “E’ un segno di vitalità, di continuità”, ha detto Sergio Silva, “papà” della Piovra. Si direbbe un passo avanti anche se “la situazione in Rai non è normalizzata e l’impaccio sugli investimenti perdura”.
La boccata d’ossigeno consentirà la produzione del tv-movie dei fratelli Taviani, Luisa Sanfelice, con Laetitia Casta e con Adriano Giannini, una coproduzione internazionale il cui costo di 19 milioni di euro sarà coperto per 8 milioni dalla Rai, e il rimanente dalla tv francese e dagli altri partner. Secondo Max Gusberti, responsabile del settore fiction della Rai, questo è un segnale che “malgrado tutte le tensioni che pesano sulla Rai, la fiction è un settore strategico e di forte gradimento”.

Per Mediatrade (il settore fiction di Mediaset) che ha investito circa 150 milioni di euro nella produzione di 425 ore di fiction le previsioni per il 2003 riguardano un aumento non solo degli investimenti (155-160 milioni di euro) ma anche delle ore (430-440).
“Per Mediatrade” - afferma il direttore di Mediatrade Guido Barbieri, “non si può parlare di crisi. I problemi denunciati dall’APT (Associazione produttori televisivi) - contratti non firmati a produzioni avviate, decremento di investimenti e di ore prodotte, ecc. - non ci riguardano, anzi. Mediatrade presenta un leggero incremento di investimenti e di ore prodotte, il che significa anche più occasioni di lavoro per i produttori. Certo oggi non possiamo più permetterci come in passato di finanziare integralmente miniserie ad altissimo budget: si tratta semplicemente di trovare delle nuove formule di coproduzione, una soluzione apprezzata dalla stessa APT nei nostri ultimi incontri”.

La Direzione Generale per il Cinema sostiene la produzione cinematografica nazionale tramite interventi indiretti a lungometraggi e cortometraggi, e interventi diretti quali premi di qualità e contributi sugli incassi.
Le modalità di accesso ai finanziamenti statali per la produzione di lungometraggi sono state regolate dalla legge 4 novembre 1965, n.1213, successivamente integrata ed in parte modificata dalla legge 1 marzo 1994, n. 153.

L’entità del finanziamento e la relativa procedura di accesso varia a seconda che il film di produzione nazionale possa essere incluso all’interno delle due categorie che distinguono tra film di produzione nazionale e film di interesse culturale nazionale.

1. I Film di produzione nazionale
Ammettono un intervento statale più ridotto a fronte di una procedura più snella in misura non superiore al 70 per cento del costo preventivato del film su parere vincolante della Commissione per il Credito Cinematografico con alcune variabili collegate alle caratteristiche produttive del film (riprese in Italia o all’estero, utilizzo teatri di posa, ecc.) e limitatamente alla quota di partecipazione italiana per i film realizzati in coproduzione con imprese straniere. Il finanziamento ottenuto dovrà essere restituito integralmente dal produttore, sia pure a tasso agevolato (circa il 5 per cento).

2. I Film di interesse culturale nazionale
A fronte della acquisita qualifica concessa su parere vincolante della Commissione Consultiva per il Cinema, possono fruire :

a) del Fondo di Intervento assistito dal Fondo di Garanzia (di cui alla legge 153/1994). L’interesse culturale può venir richiesto per motivi “artistici e culturali” oppure “artistici e spettacolari” e tali qualità, a giudizio della predetta Commissione, debbono risultare “significative”.
Il fondo di garanzia ha permesso la realizzazione di opere dirette da autori come Nanni Moretti, Gabriele Salvatores, Francesca Archibugi, Marco Risi, Pasquale Pozzessere, Peter Del Monte, Mario Martone, Pappi Corsicato

b) del Fondo particolare di cui all’art. 28 della legge 1213/1965 (ora modificato dall’articolo 8 della legge 153/1994). Possono usufruire di questo fondo solo opere prime o seconde e deve essere riconosciuto l’interesse culturale nazionale per “rilevanti finalità artistiche e culturali”.
Hanno esordito con questa forma di sostegno al cinema di qualità autori come Bertolucci, Bellocchio, i fratelli Taviani. Lo Stato, dunque, investe su un prodotto culturale, rientrando, in caso di esito positivo, del finanziamento erogato, altrimenti diventa titolare del film prodotto e del suo sfruttamento sul mercato.
Leggi il testo completo della legge sul sito dell’Istituto Luce

In entrambi i casi il finanziamento può venir richiesto nel limite massimo del 90 per cento del costo preventivato del film, residuando però una distinzione in ordine al costo massimo concedibile: per le prime e seconde opere il tetto è predeterminato a lire 2.5 miliardi 1.291,1422 euro mentre per le altre il finanziamento statale può arrivare fino a lire 8 miliardi 4.131.655 euro. Viceversa, il Fondo di Garanzia assiste gli autori esordienti fino al 90 per cento del mutuo erogato, a fronte di una copertura del 70 per cento prevista per i registi già affermati.

A norma di tali leggi, dunque, il produttore di film di lungometraggio è garantito dallo Stato per la restituzione del finanziamento ottenuto, per le percentuali sopra indicate, dovendo coprire in prima persona le quote residue (rispettivamente pari al 10 per cento e al 30 per cento del mutuo erogato), in via prioritaria tramite i proventi di botteghino del film. In ogni caso, per poter accedere ai finanziamenti statali, il capitale sociale versato deve ammontare ad un minimo di 20 mila euro.

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