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ISTITUZIONI Danimarca

Nuove teste al DFI

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Henrik Bo Nielsen, direttore del noto quotidiano danese Information, è stato nominato Direttore Generale del Danish Film Institute (DFI) dai membri del board dell’Istituto. Nielsen sarà in carica a partire dal 1° agosto.

L’attuale Direttore Henning Camre, che ha avuto un ruolo fondamentale nell’elevare il profilo del cinema danese in patria e all’estero, nel corso dei nove anni del suo mandato al DFI, lascerà l’Istituto il 1° luglio.

Come Cissi Elwin, ex giornalista televisiva passata, lo scorso anno, a dirigere lo Swedish Film Institute, Nielsen non ha esperienza nell’ambiente cinematografico ma è stato selezionato in base alla sua “effettiva [e] ampia esperienza nella gestione degli ambienti creativi e nello sviluppo di nuove aree di business in un mercato mediatico fortemente competitivo”.

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“Non era essenziale trovare un nuovo direttore esterno all’industria, ma in questo caso credo sia un buon valore aggiunto”, ha commentato Morten Hesseldahl, Presidente del DFI. “Venendo dalla creativa, turbolenta e pressante industria della carta stampata, e considerata la sua visione d’insieme strategica, Henrik Bo Nielsen offrirà all’industria cinematografica e al Film Institute nuove prospettive e una nuova vitalità”.

Un altro ruolo chiave al DFI è stato assegnato all’antropologo e affermato produttore di documentari Jakob Høgel, che sarà il nuovo Direttore artistico di New Danish Screen. Prende il posto di Vinca Wiedemann, il cui contratto scadrà a settembre.

Høgel ha già lavorato al DFI come Film Consultant dal 1999-2004, prima di unirsi a Cosmo Doc, la compagnia che ha prodotto documentari di successo come Prostitution Behind the Veil e Smiling in a War Zone.

Camre ha detto che l’assunzione di Høgel ha assicurato all’Istituto la possibilità di continuare a mantenere l’ambizioso livello raggiunto con la Wiedemann: “Høgel ha un forte fiuto internazionale e la conoscenza di tutto quello che riguarda le nuove tendenze sulla scena danese. Lo vedo anche come un ponte tra fiction e documentari, e soluzioni visive miste che possono rappresentare una nuova strada per il cinema danese”.

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(Tradotto dall'inglese)

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