email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

LEGISLAZIONE Italia

La politica tende una mano al cinema

di 

Una delegazione di cineasti che segua passo passo l'iter parlamentare della nuova legge di sistema sul cinema. E' questo l'invito lanciato dal ministro della Cultura Francesco Rutelli durante un affollatissimo incontro a Roma con il movimento dei "Centoautori", cioè registi, sceneggiatori, attori e tecnici del cinema che chiedono un maggior coinvolgimento degli addetti ai lavori nella scrittura della riforma.

Tra i partecipanti ci sono nomi illustri: Bernardo Bertolucci, Francesco Rosi, Marco Bellocchio, Giuseppe Piccioni, Francesca Comencini, Ferzan Ozpetek, Carlo Verdone, Sandro Petraglia e Stefano Rulli, Daniele Luchetti (moderatore dell'incontro). "Signor ministro, sarebbe possibile fare oggi film come Novecento o Salò?", chiede provocatoriamente Bertolucci, esprimendo il proprio disagio "perché nessuno dei politici oggi al governo ha mai pronunciato la parola cultura".

Marco Bellocchio ha puntato invece l'indice contro i "burocrati" che stanno nelle istituzioni cinematografiche ("Perché l'amico Francesco Alberoni deve presiedere il centro sperimentale se non sa nulla di cinema?").

Interventi appassionati che chiedono anche una maggiore presenza di film italiani nei palinsesti televisivi e un maggiore sostegno da parte di pay tv, telecom e provider che sfruttano i diritti cinematografici, l'introduzione del cinema come materia nelle scuole.

Il ministro è indotto dunque a ricordare i molti passi già fatti - l'aggiunta di 220 milioni di euro al fondo unico per lo spettacolo; il conferimento di indirizzi pubblici a Cinecittà Holding; un decreto ministeriale sui criteri di finanziamento che anticipa parte della riforma - e a delineare la futura legge, ormai in dirittura d'arrivo, che prevede il sistema di prelievo di scopo, una nuova agenzia del cinema sul modello francese, una transizione da un sistema di finanziamento discrezionale a uno automatico basato sui risultati, maggiori garanzie per le opere prime e seconde, modifiche alla legge 122 (che da 1998 impone alle televisioni di investire nel cinema) e una nuova centralità per i produttori indipendenti.

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy