Il Millenium al miglior documentario
Oltre 50 documentari suddivisi in 11 sezioni, tra cui retrospettive dei più grandi autori, conferenze tematiche sull'etica del commercio, la relazione tra cinema e psicanalisi, l’Islam, con partecipanti da tutto il mondo: è il programma che attende il pubblico della quarta edizione del festival internazionale Planete Doc Review, che comincia domani a Varsavia fino al 20 maggio.
Planete Doc Review è un festival che presenta film documentari premiati nei più importanti festival del mondo. Quest'anno, 19 titoli sono selezionati nella competizione ufficiale, tra cui, per la prima volta, un film polacco: Śmierć z ludzką twarzą (User Friendly Death) di Marcin Koszałka. Il Premio Millenium sarà assegnato da una giuria composta da Mirosław Dembiński, Anna Maria Bucchetti, Leonard Retel Helmrich, Jane Balfour e Bartek Konopka.
Il pezzo forte del festival sarà la retrospettiva su Werner Herzog, che consentirà al pubblico di vedere dieci film del maestro tedesco.
La lista dei titoli nella selezione ufficiale:
37 Uses for a Dead Sheep
di Ben Hopkins (Gran Bretagna)
Arcana
di Cristobal Vicente (Cile)
Tales of the Rat Fink
di Ron Mann (Canada)
The Prize of the Pole
di Staffan Julen (Svezia, Danimarca)
Black Sun
di Gary Tarn (Gran Bretagna)
Heimatklange
di Stefan Schwietert (Svizzera, Germania)
Iraq in Fragments
di James Longley (USA)
The prisoner or How I Planned to Kill Tony Blair
di Petra Epperlein, Michael Tucker (USA, Germania)
The Monastery. Mr Vig and Nun
di Pemille Rose Gronkjaer (Danimarca)
The End of the Neubacher Project
di Marcus J. Carney (Austria, Paesi Bassi)
Nomadak Tx
di Raul de la Fuente (Spagna)
Jesus Camp
di Heidi Ewing, Rachel Grady (USA)
Exile Family Movie
di Rodzina Arach (Austria)
Abduction. The Megumi Yokota Story
di Chris Sheridan i Patty Kim (USA)
Manufactured Landscapes
di Jennifer Baichwal (Canada)
User Friendly Death
di Marcin Koszałka (Polonia)
Three Comrades
di Mascha Novikowa (Paesi Bassi)
Comrades in Dreams
di Uli Gaulke (Germania)
Buddha's Lost Children
di Mark Verkerk (Paesi Bassi)
(Tradotto dal francese)
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