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CANNES 2007 Concorso / Austria

L'import/export umano di Seidl

di 

Ulrich Seidl, cinquantenne documentarista viennese, aveva già scosso la platea della Mostra di Venezia nel 2001 con il sesso e la violenza della torrida provincia austriaca di Canicola ( Hundstage - Dog Days). La provocazione si è ripetuta questa mattina a Cannes con Import Export [+leggi anche:
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scheda film
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, in cui il regista nuovamente mescola documentario e fiction (per lui non c'è distinzione), utilizzando attori professionisti e non.

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La provocazione sembra riuscita. Come per il precedente Hundstage, il film avrà probabilmente pochissimo seguito nelle sale austriache e i connazionali di Seidl diranno ancora "Questi non siamo noi. Questa non è l'Austria". Ed è vero: quello raffigurato in Import Export è il mondo intero. Un mondo fatto di individui che abbandonano le loro case e le loro famiglie per cercare lavoro e fortuna in un altro Paese, subendo umiliazioni e frustrazione. E, nella direzione opposta, persone che si avventurano nei Paesi meno sviluppati e si comportano da dominatori, infliggendo altre umiliazioni. Un import export umano, appunto.

Per mostrare il suo punto di vista, Ulrich Seidl ha scelto di seguire da vicino due storie. Quella di una giovane infermiera ucraina che, dopo aver provato a guadagnare qualcosa in più per mantenere la sua bambina lavorando nel campo del porno sul web, decide di raggiungere una sua amica in Austria. E quella di un giovane disoccupato e sbandato austriaco che parte assieme al patrigno per l'Ucraina per vendere vecchie macchine da videogioco arcade.

Con abilissima tecnica documentaristica e avventurandosi nei luoghi reali dell'azione con la sua troupe, Seidl scaglia un nuovo pugno nello stomaco di noi occidentali, dipingendo brutalmente le contraddittorie conseguenze della globalizzazione sociale con immagini dure e grottesche che spesso spingono al sorriso e alla commozione nello stesso tempo.

Con Import Export Seidl per la prima volta produce se stesso assieme ai francesi di The Coproduction Office con un budget di 2,47 milioni di euro, che includono il supporto di Osterreichisches Filmistitut, Filmfonds Wien e 200.000 euro di sostegno da parte di Arte (metà in preacquisto e metà in coproduzione).

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