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FESTIVAL Italia

Arcipelago, nei documentari storie di anime e corpi

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La dura storia delle miniere di zolfo in Sicilia rivive, attraverso i ricordi degli ultimi ex minatori, in Pirrera, il documentario di Piero Messina (già coproduttore di Schopenhauer di Giovanni Davide Maderna in concorso a Locarno nel 2006) presentato in concorso nella sezione “extra large” del Festival romano Arcipelago.

Pirrera, che in dialetto siciliano vuol dire appunto “miniera”, colpisce per la violenza dei racconti (i minatori vivevano e lavoravano sottoterra in condizioni a dir poco disumane) mitigata dalla “nostalgia” con cui questi uomini, segnati in viso e in modo ancora più evidente sul corpo, ricordano quegli anni. “Ogni giorno ne moriva qualcuno – raccontano nel documentario – e la cosa più atroce era che il minatore non aveva neppure diritto ad una sepoltura perché la sua morte era considerata dalla Chiesa cattolica, un suicidio”.

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È un’esistenza segnata dalle difficoltà anche quella di Pietro De Maria e Daila Dameno, raccontata in Con i denti e con le unghie di Stefano Pasetto (Tartarughe sul dorso, In mancanza d’ali). Costretti entrambi su una sedia a rotelle da un grave incidente, si preparano a gareggiare con il monoscì, ai Giochi Paraolimpici di Torino 2006. “Pietro De Maria – racconta il regista – mi parlò della progettazione del monoscì. Lentamente compresi che lo sport assumeva un senso metaforico e costituiva solo la punta dell’iceberg”.

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