La ragazza del lago, tra Dürrenmatt e Simenon
Il primo italiano in cartellone alla Mostra di Venezia è La ragazza del lago [+leggi anche:
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scheda film] d’Andrea Molaioli, inserito nel programma della Settimana Internazionale della Critica .
L’esordio di questo ex assistente di Nanni Moretti, Carlo Mazzacurati, Daniele Luchetti (già a Venezia con il documentario Bandiera rossa, borsa nera) ha convinto i selezionatori della SIC per la capacità di utilizzare il cinema di genere per raccontare il malessere esistenziale e sociale del Paese. I codici sono quelli del noir, ma più che del giallo cinematografico La ragazza del lago promette atmosfere tra Dürrenmatt e Simenon.
Tratto dal romanzo “Don’t look back” di Karin Fossum (in Italia “Lo sguardo di uno sconosciuto”, Frassinelli) il film sposta l’azione dai fiordi norvegesi alla provincia italiana: nei pressi di Udine, dove il commissario Sanzio (Toni Servillo) indaga sulla sparizione di una bambina, e sui turbamenti della piccola comunità. Accanto a Servillo, nel film (scritto da Sandro Petraglia) anche Fabrizio Gifuni e Valeria Golino, e poi Omero Antonutti e Anna Bonaiuto.
Produce Indigo Film, in collaborazione con Medusa Film (che distribuirà La ragazza del lago il 7 settembre), con il contributo del MiBAC e la collaborazione della Friuli Venezia Giulia Film Commission. Per i produttori Francesca Cima e Nicola Giuliano è una nuova scommessa, dopo la scoperta di Eros Puglielli, Roberto Dordit e soprattutto Paolo Sorrentino, di cui stanno producendo anche il nuovo Il Divo, con Toni Servillo nei panni del leader politico Giulio Andreotti.
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