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VENEZIA 2007 Concorso

Sleuth, remake d’autore per Kenneth Branagh

di 

Alla Mostra del Cinema è il giorno di Kenneth Branagh: accolto dalla stampa con applausi convinti, il suo Sleuth [+leggi anche:
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(in concorso) affronta stasera il giudizio del pubblico: stando alle prime reazioni degli accreditati, l’humour al vetriolo del Nobel Harold Pinter, colpirà nel segno anche durante la proiezione pubblica, in anteprima mondiale.

Per questo remake dell’omonimo (e ultimo) film di Joseph L. Mankiewicz, il drammaturgo inglese ha riscritto la piéce di Anthony Shaffer che ispirò l’originale: pur non tradendone lo spirito (il duello di caratteri tra un attempato magnate e un giovane attore, a colpi di sfide verbali, in un crescendo di messinscene incrociate), il nuovo Sleuth non manca di varianti, rivendica la propria autonomia in virtù della riscrittura di Pinter, e scorcia non poco la durata del prototipo.

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In meno di 90 minuti, Kenneth Branagh (al Lido l’anno scorso con Il flauto magico [+leggi anche:
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) condensa le oltre due ore dell’originale, scandendo idealmente il plot in tre atti di impronta teatrale: nel primo, Jude Law (che ha anche prodotto il film) è vittima di Michael Caine, marito tradito in cerca di vendetta; nel secondo, la partita si rovescia, per concludersi soltanto al termine del terzo, tragico rovesciamento.

Un gioco al massacro che nel film del 1972 contrapponeva Laurence Olivier proprio a Michael Caine: dopo l’Alfie del 2004, l’attore (che alcuni già candidano alla Coppa Volpi) ritrova Jude Law in un ruolo che fu suo, e con lui divide la scena di questo film affilato, geometrico e glaciale come il design high-tech della villa che ospita l’intera vicenda: una magione del XVIII secolo che nasconde interni futuristici, l’ennesima scatola cinese di un kammerspiel in cui nulla è come sembra.

Coproduzione anglo-americana, Sleuth sarà distribuito in Gran Bretagna da Paramount Pictures International, e arriverà in Italia il 9 novembre, distribuito da Sony Pictures Releasing.

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