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VENEZIA 2007 Orizzonti

La Bibbia secondo Penny Woolcock

di 

Se l’anno scorso Children of men di Alfonso Cuarón portò al Lido la distopia di un avvenire malato e senza figli, oggi è l’inglese Penny Woolcock a descrivere l’incubo del futuro prossimo venturo, con Exodus, in anteprima mondiale nella sezione Orizzonti.

Il titolo biblico non è casuale, così come il nome dei personaggi: Moses (interpretato da Daniel Percival) e Pharoah (Bernard Hill) sono i protagonisti di questa rilettura che trasporta l’Antico Testamento ai giorni nostri, immaginando gli indesiderabili d’ogni tipo (spacciatori, pedofili, immigrati) rinchiusi ai margini di una tranquilla località balneare. Salvato dalle acque, Moses è adottato dal leader populista Pharoah (“il piccolo fascista che è in tutti noi”, secondo la regista), ma saprà guidare la rivolta degli abitanti di Dreamland (un nome da sogno che nasconde l’incubo della prigionia). Anche per amore di Zipporah, interpretata da Clare-Hope Ashitey, già protagonista di Children of men.

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(visto ai Venice Days) l’upper-class si trincera dietro il filo spinato di una recinzione – come profetizzato da La terra dei morti viventi di George A. Romero – gli “ultimi” di Exodus sono costretti al domicilio coatto in un campo di concentramento, nonostante gli appelli delle Nazioni Unite. La metafora non potrebbe essere più esplicita (si parla anche di “ebrei del XXI secolo”), ma in assenza d’un Dio provvidenziale, le sette piaghe d’Egitto diventano atti terroristici. Alla violenza si risponde con la violenza, in questo neo-medioevo disperato, ricostruito a Margate (sud dell’Inghilterra) e interpretato per lo più da non professionisti del posto.

Sceneggiato dalla stessa Penny Woolcock, il film è prodotto da Artangel e Channel 4, con gli investimenti aggiuntivi di Creative Partnerships, Arts Council England, Kent County Council e The Esmée Fairbairn Foundation.

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