Una nuova veste per i luoghi del cinema
- La capacità di raccontare una storia, una grande storia, che ci coinvolga e ci renda partecipe dello sviluppo narrativo di un film, oggi passa sempre di più nella selezione della giusta location.
“Mi piacciono i film che fanno sognare,
ma non mi piace che qualcuno sogni al mio posto”
Gorge Franju
Per le nuove produzioni la scelta di un territorio entra prepotentemente nella realizzazione dei film contemporanei, anche se le nuove tecnologie riescono a disegnare immagini e ricomporre fotogrammi di un film in qualsiasi parte del mondo.
Ma se si può ricostruire tutto in modo virtuale perché, ora più di prima, possiamo con forza dire che la scelta di un contesto invece di un altro sia determinante? Perché i film sono ormai realizzati in grande velocità, soffocati in poche settimane di lavorazione, ed uno degli aspetti fondamentali è quello di ridurre al minimo gli imprevisti, di poter prevedere i cambiamenti, di poter gestire in modo collaborativo e amichevole il rapporto con le persone del luogo.
Quando questo si verifica, i film possono portare enormi vantaggi; oltre ai classici fenomeni legati al Cineturismo, connessi ad un aumento di flussi turistici, di pellegrinaggi di masse di persone che ripassano nei luoghi che li avevano fatti sognare e versar lacrime. Il connubio cinema – territorio diventa fortissimo quando arriva all’attenzione anche delle grandi aziende, che decidono di investire sulla riscoperta di un borgo o di un piccolo centro storico portando grandi masse di denaro, occupazione e business in comunità che erano rimaste negli anni in ombra. Così è stato con il Borgo di Solomeo, riportato agli antichi splendori grazie al giovane imprenditore tessile, Brunello Cucinelli, che rivedendo il film di Liliana Cavani, Francesco d’Assisi, si innamorò così tanto di alcune forme del Borgo che fanno da sfondo al film, da investire e farne oggi un esempio di eccellenza nell’ambito della Valorizzazione dei Centri Storici Minori.
Fondamentale, però, che il nuovo rapporto che potrebbe generarsi, deve essere gestito nel modo migliore, salvaguardando le identità, l’unità e l’autenticità dei luoghi.
Tra i territori italiani, l’Umbria viene scelta, non solo per i paesaggi bellissimi e la natura che lascia planare la mente verso emozioni forti, ma soprattutto perché questa bellezza è risultata facilmente modificabile alla trasformazione.
La cittadina di Deruta, il monte Subasio, il lago di Piediluco e il borgo medievale di Narni diventano le scenografie di vari film presentati nella sezione Premiere alla prima edizione del Festival del Cinema di Roma, quali, “La Sconosciuta” di Giuseppe Tornatore, che ha utilizzato questo territorio riadattandolo ad una sceneggiatura complessa e esigente. Ed ecco che qui, il paesaggio e le foglie trascinate dal vento, tra cui passeggia la Sconosciuta, lasciano credere agli spettatori che si tratti di uno sfondo Triestino. La permeabilità del territorio è perfetta e la trasformazione rispondente alla sceneggiatura.
Quanti territori italiani oggi potrebbero essere riscoperti con il cinema? Quanti luoghi potrebbero parlare attraverso sceneggiature e quanti paesaggi e città potrebbero essere visitati guardando un film?
Di contro, risultano ancora pochi gli amministratori che possono leggere questo legame come un’opportunità. Sicuramente molti di più di qualche anno fa, ma ancora esigui rispetto ad altre nazioni europee, non dimenticandoci che viviamo in una paese che è ricco di patrimoni, ma che quotidianamente trascuriamo e che forse, non in modo sempre spontaneo, solo negli ultimi tempi stiamo rivalutando.
Oggi il cinema sta offrendo una grande occasione ai tesori del nostro Paese, tocca a noi saperla cogliere.
www.solomeo.it
www.umbriafilmcommission.org
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