20/10/2007

A otto anni da I cinque sensi (presentato alla Quinzaine des Réalisateurs), e dopo la lunga parentesi televisiva (da The L World a Six Feet Under), il canadese Jeremy Podeswa torna sul grande schermo. L’autore di Eclipse è in concorso alla Festa di Roma con Fugitive Pieces (in anteprima europea dopo la prémiere di Toronto), adattamento dell’omonimo best-seller di Anne Michaels: la storia del piccolo Jakob, ebreo polacco scampato al nazismo con l’aiuto di Athos (Rade Serbedzija), archeologo greco che a rischio della propria vita lo porta con sé prima nell’Egeo, e poi in Canada.

Ambientato per lo più in Europa (tra Polonia e Grecia), Fugitive Pieces riflette sull’impossibilità di dimenticare l’orrore, e sul senso di colpa di chi sopravvive. Diventato adulto, Jakob (che ha il volto dell’inglese Stephen Dillane) è uno scrittore ossessionato dai ricordi: i genitori uccisi davanti ai suoi occhi, la sorella musicista scomparsa, l’yiddish perduto e poi ritrovato grazie ai vicini di pianerottolo, anche loro sopravvissuti allo sterminio.

La materia è incandescente, ma Podeswa la raffredda, forse anche per tenere a distanza una vicenda non troppo dissimile dalla vera storia di suo padre, sopravvissuto alla Shoa. Il risultato è un film di scrittura piuttosto tradizionale (con il montaggio della tedesca Wiebke von Carolsfeld che fa la spola tra passato e presente), impeccabile nella ricostruzione d’ambiente, ma lirico più a parole – le massime di Athos, le pagine commoventi del libro di Jakob – che nelle immagini.

Oltre alle location (soprattutto l’isola di Hydra), la Grecia offre al film energie creative (il musicista Nikos Kypourgos), e capitali finanziari: insieme alla canadese Serendipity Point Films (guidata da Robert Lantos, nato a Budapest e storico produttore di Atom Egoyan, David Cronenberg, István Szabó), Fugitive Pieces è prodotto dalle società elleniche StraDa Productions e Cinegram.