La Festa della Memoria
Al giro di boa del quinto giorno di proiezioni, la Festa di Roma dedica il programma di oggi alla memoria del Novecento: il secolo breve è il protagonista di due film della sezione Extra, che indagano nella storia tragica del Franchismo e della Shoa. Auschwitz 2006 di Saverio Costanzo è l’ultimo capitolo del progetto “Noi ricordiamo” (promosso dal Comune di Roma insieme alla Comunità Ebraica e all’ANED (Associazione Nazionale ex Deportati), che dal 2001 porta ogni anno centinaia di studenti della Capitale in visita al campo di sterminio nazista: dal 2004, i viaggi sono stati seguiti anche dallo sguardo di cineasti come Ascanio Celestini e Mimmo Calopresti (Volevo solo vivere).
Il regista di Private [+leggi anche:
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scheda film] (Pardo d’Oro a Locarno) e In memoria di me [+leggi anche:
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scheda film] (in concorso a Berlino) filma i racconti di alcuni sopravvissuti, e con la montatrice Francesca Calvelli alterna le riprese di oggi (fotografate da Giovanni Troilo) a quelle di ieri: eccezionalmente a colori, il materiale di repertorio – proveniente dall’Istituto Luce, che produce il documentario insieme a Offside – annulla la distanza emotiva dagli eventi, e li restituisce senza il filtro rassicurante del b/n, accompagnati dalle musiche di Philip Glass.
Da un luogo-simbolo dell’orrore nazista, all’immagine-simbolo della Guerra di Spagna: La sombra del iceberg, prodotto da Dacsa Produccions e diretto da Raul M. Riebenbauer e Hugo Doménech Fabregat, “fotografa” le contraddizioni di El miliciano muerto, l’istantanea di Robert Capa che contribuì a coagulare intorno alla causa repubblicana l’attenzione dell’antifascismo internazionale. Dalla reticenza al silenzio all’aperta ostilità: è l’accoglienza opposta dai custodi della memoria del celebre fotoreporter, a quanti da anni cercano di far luce su uno scatto entrato nella storia. A farne le spese, anche i due documentaristi, che pure non rinunciano a mettere l’immagine sul tavolo autoptico, per dimostrare – con l’aiuto di medici, fotografi e specialisti – che il miliziano morto è, con molta probabilità, un clamoroso (ma efficace) falso storico.
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